Vi è stato un portantino di ospedale diventato un imprenditore di medie dimensioni, che ha creato un impero. Onassis era un mozzo e diventò un armatore. Il padre di Trump, attuale candidato del Partito Repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti, era un ciabattino. Vi sono migliaia di esempi, anche nel settore della ricerca e della scienza, di persone partite dal nulla e approdate al Premio Nobel.
Gandhi (1869-1948), nato da famiglia povera, uomo buono e generoso con una volontà d’acciaio, è diventato il punto di riferimento per milioni di persone.
Dunque, avere la pancia vuota è una precondizione per riuscire nella vita ad essere persone degne di questo nome e capaci di onorare questo dono prezioso che spesso sottovalutiamo.
Però, purtroppo, la seconda generazione non sempre ha onorato quello che ha costruito la prima. Spesso la terza generazione comincia a depauperare il patrimonio di conoscenze e fisico delle precedenti, la quarta quasi certamente dissolve quanto fatto prima e conclude il ciclo.
Nella vita tutto funziona a cicli, ogni persona e ogni cosa cominciano e finiscono. È ineluttabile.
Se la pancia è piena, la testa diventa scema. Che vuol dire? Ci speghiamo: alzarsi da tavola sempre con un pizzico di fame; alzarsi dal letto con una punta di sonno; andar via dal posto di lavoro (anche immateriale) con la voglia di ritornarci. Tutto ciò ha come fondamento il voler credere che si è capaci di far bene e di raggiungere risultati, i quali misurano la nostra capacità. Il resto è fatto di vuote parole, di argomentazioni, più o meno valide, di chiacchiere di corridoio pronunziate da cretini, di cui la mamma è sempre gravida.
Dire pane al pane, vino al vino, significa non nascondere la verità e chi come noi lavora da quasi sessant’anni ha il dovere di dirla a chiare lettere pur senza enfasi, anche se essa può infastidire. Ma è noto il detto secondo il quale se la verità ferisce non è colpa di chi la dice ma della verità stessa.
Bisogna credere in tutto questo e vivere secondo queste regole: non si può fare un giorno sì e un giorno no, come il tergicristallo. O si sta di qua o si sta di là. Non vi è altra scelta!