L’Assemblea regionale dovrebbe approvare immediatamente una legge, figlia della legge di Stabilità nazionale, che obbligasse i Consigli comunali ad approvare i bilanci preventivi entro e non oltre il 15 dicembre di ogni anno, secondo la seguente filiera: la legge di Stabilità nazionale deve essere approvata entro il 15 ottobre; da essa discendono i trasferimenti alle Regioni. La legge di Stabilità regionale dovrebbe essere approvata entro il 15 novembre, e dalla stessa deriverebbero i trasferimenti agli enti locali; la legge di Stabilità degli enti locali entro il 15 dicembre, avendo avuto chiara la dimensione dei trasferimenti statali e regionali, in modo da poter redigere un bilancio certo dal punto di vista delle entrate.
Ma questo ordine normativo è lontano dall’essere attuato con la conseguenza di una disamministrazione di Regioni e Comuni.
I politici hanno tante cose da dire, ma poi per fortuna se ne dimenticano, perché dicendo di volersi occupare di tutto, si occupano di altro. Questa è la iattura: un ceto politico ignorante, incompetente e spesso corrotto.
Tutto ciò accade quando il Presidente della Regione continua a percepire 133.319 euro lordi l’anno, cifra superiore all’indennità del Presidente del Consiglio. I deputati continuano a costare 21.000 euro al mese (fra indennità, diaria, accantonamenti per vitalizio, per fine mandato ed altri ammennicoli), i dirigenti regionali continuano a percepire fra i cento e i duecentomila euro all’anno, il segretario dell’Ars viaggia sui duecentoquarantamila euro l’anno, un assistente parlamentare (usciere) con 25 anni di servizio percepisce 120.000 euro lordi l’anno. Attendiamo smentite, per la verità mai arrivate in passato.
Senza contare gli assegni pensionistici doppi rispetto ai contributi versati, il mantenimento di circa 500 uffici centrali e periferici e l’esercito di quasi diciottomila fra dirigenti e dipendenti pari a tutti quelli delle regioni del Nord.
La forbice fra chi sta bene e chi sta male si allarga continuamente perché chi sta bene non vuole cedere nulla a chi sta male.
Anche questa è un’autentica vergogna cui dare rimedio.