Formazione, futuro indefinito. Rendicontazione enti prorogata

PALERMO – Se il futuro della formazione professionale in Sicilia è sempre più oscuro e indefinito, neanche per ciò che riguarda le attività passate si riesce a trovare una strada che permetta di chiudere i progetti. Ancora, dopo anni, dopo tanti anni, sono la maggioranza gli enti che hanno rendiconti in sospeso, e l’ennesima circolare, di pochi giorni fa, concede l’ennesima proroga fino alla fine del prossimo mese di luglio. La rendicontazione del progetto, fase in cui gli enti devono presentare tutta la documentazione atta a permettere il controllo analitico delle spese sostenute per il corretto svolgimento delle attività e a verificare che queste siano state svolte in maniera efficace e funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissi, è la fase culmine delle attività, in cui si tirano le fila e si mette un punto. Eppure, sia gli enti che l’assessorato sembrano poco interessati a chiudere i conti, in un balletto di circolari che tuonano all’urgenza di chiudere subito i progetti che si alternano a proroghe o richieste di documenti a integrazione che allungano i tempi in maniera indefinita.
Come avviene dalla fine dell’anno appena trascorso e nei primi anni di quest’anno, in cui, all’urgenza di chiudere tutto entro la fine del 2015 si accompagna l’ennesima proroga e la richiesta di presentare l’elenco di eventuali procedure pendenti o la dichiarazione di non averne alcuna, insieme all’elenco del personale e fornitori utilizzati negli ultimi dieci anni. Un gioco che va avanti dal 2012, quando gli allora dirigenti Ludovico Albert e Anna Rosa Corsello definirono “urgente e improrogabile” la chiusura dei progetti . Disposero quindi che gli enti presentassero in tempi celeri richiesta di rendicontazione per le annualità in sospeso al Servizio VIII Rendicontazione dello stesso assessorato, a cui allegare il database contenente tutte le informazioni contabili e non relative al singolo progetto.
 
Il servizio rendicontazione avrebbe dovuto, dopo un primo controllo di congruità, distribuire il lavoro agli uffici provinciali del lavoro competenti per territorio le effettive attività di rendicontazione.  Evidentemente questo lavoro non è stato portato a termine, se nel 2014 una nuova circolare intima l’urgenza di chiudere le attività che andavano dal 2003 al 2010, con una nuova scadenza per la presentazione della richiesta di rendicontazione. Gli enti avrebbero dovuto presentare, secondo quanto predisposto dai dirigenti Corsello e Lacagnina, copia della nota di revisione finale all’Ufficio Stralcio del Servizio Gestione. Qualora non se ne fosse stati in possesso, si sarebbe stati oggetto di procedimenti sulla base degli atti in possesso dell’assessorato, e quindi ad eventuali tagli dei finanziamenti fino alla totale revoca dell’accreditamento. Altri due anni sono passati, e le circolari hanno continuato a susseguirsi.
La scadenza di luglio è vicina, e il sistema è intasato da lunghissimi ritardi, più o meno dolosi, più o meno voluti. Una doppia strada, quella che guarda avanti al futuro incerto, e quella che guarda indietro a ciò che è stato fatto, in entrambi i casi nebulosa e di difficile interpretazione. C’è da dire che il sistema di rendicontazione dei progetti della formazione professionale è cambiato diverse volte, alla ricerca di una modalità che fosse efficace nel controllo delle attività e che permettesse una chiusura celere della parte contabile a conclusione delle stesse. Per alcuni anni, poi, fu introdotto l’obbligo di presentare periodicamente copia di tutta la documentazione, ma le non poche difficoltà di gestione e di controllo di tutto questo ingombrante materiale portarono presto a cambiare ancora.