Quando il potere è connesso al dovere, esso è pienamente legittimo, perché le decisioni vanno prese, con scienza e coscienza. Le decisioni dei magistrati sono le sentenze, che devono essere il loro strumento per l’esercizio di un’attività fondamentale, che renda giustizia ai cittadini, dirimendo le controversie ovvero punendo quelli che violano le leggi dello Stato.
Quindi, i magistrati si conformano ai principi etici di obiettività e terzietà, non ponendosi mai a favore di una o dell’altra parte, ma ricercando continuamente la verità dei fatti che deve risaltare in maniera inequivocabile, decidendo chi ha torto e chi ha ragione, chi è colpevole o chi è innocente.
Maggiore responsabilità hanno i magistrati nel versante penale, ove spesso è in gioco la libertà delle persone. Ho sentito molti di essi affermare un principio noto: meglio un delinquente in libertà che un innocente in galera. Ecco perchè la legge impone che le condanne debbano essere emesse al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ed ecco perché le indagini non devono essere persecutorie, ma volte anch’esse alla ricerca della verità, senza alcun dubbio.
Il problema della Giustizia in Italia non è stato affrontato in maniera adeguata, tanto che alla fine del 2015 vi erano 9 milioni di cause pendenti; numero che non tende a diminuire, rendendo patologico tutto il sistema.
Questo dipende dalla disfunzione delle cancellerie che hanno forte carenza di personale, quando invece vi è un enorme esubero nelle altre amministrazioni, per esempio nelle abolite Province. Vi è un buco nell’organico dei magistrati di oltre mille unità, il che sovraccarica quelli in attività in maniera abnorme.
Sul piano della qualità, vi sono sentenze esemplari per equilibrio e intelligenza giuridica, le quali tengono anche conto dei principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità. Ma ve ne sono altre che contengono errori, per cui si rendono necessarie istanze atte alla loro correzione.
Vi sono sentenze di primo grado sbagliate, tanto che la Cassazione ne corregge un numero maggioritario dopo il passaggio Corte d’Appello. Le sentenze e le iniziative dei Pm che vengono corrette dai gradi maggiori della magistratura dovrebbero essere un indice per misurare la qualità dei magistrati giudicanti e requirenti.