Nuove speranze contro l’Alzheimer

ROMA – La malattia di Alzheimer, principale causa della demenza, colpisce oltre 25 milioni di persone nel mondo e si prevede che arriverà a colpirne sino al quadruplo entro il 2050.
Nel processo degenerativo svolge un ruolo di primo piano l’accumulo a livello cerebrale di una proteina chiamata beta-amiloide. La ricerca aveva già chiarito che l’accumulo di beta-amiloide inizia anni o addirittura decenni prima che la demenza si manifesti clinicamente. Ora, grazie agli studi che saranno presentati nel corso del secondo Simposio internazionale organizzato da NeuroMi – il Centro di Neuroscienze di Milano -, dal titolo “Prediction and prevention of dementia: new hope”, che si terrà presso l’Università di Milano-Bicocca, è diventato possibile rilevare l’accumulo di beta-amiloide nel cervello mediante tecniche di tomografia a emissione di positroni (PET), misurandone la concentrazione alterata nel liquido cerebrospinale mediante puntura lombare.
Grazie a queste tecniche innovative, – sottolinea Milano-Bicocca – si delinea la possibilità di prevedere quali siano gli individui a rischio demenza prima della comparsa dei segni clinici, quando la funzione cognitiva è ancora normale o ne è stato rilevato solo un lieve deterioramento, in maniera tale da prevenire la formazione di beta-amiloide. Lo stato dell’arte della sperimentazione in tal senso sarà presentato nel corso della seconda edizione del Simposio internazionale di NeuroMi, che si terrà nell’aula magna dell’ateneo meneghino dal 6 all’8 luglio prossimi.
Al convegno, dopo i saluti del Rettore, Cristina Messa, interverranno studiosi provenienti da tutto il mondo della ricerca milanese, accademica e non. Per l’Università di Milano-Bicocca – oltre al coordinatore scientifico, Carlo Ferrarese – Massimo Masserini, Eraldo Paulesu, Fabrizio Piazza e Vittorio Sironi.
Il Centro di neuroscienze di Milano è stato fondato nel 2014 dall’Università di Milano-Bicocca e si avvale della competenza di oltre 300 neuroscienziati, afferenti alle università e ai centri di ricerca di Milano e dintorni, al fine di promuovere la collaborazione, attraverso un approccio multidisciplinare, finalizzata alla scoperta dei meccanismi alla base delle funzioni e dei disturbi cerebrali.