Con quali finalità? Sembra possibile un ritorno alla composizione del vecchio centro-destra, costituendo egli il ponte fra Berlusconi e Lega Nord di cui ora fa, non ufficialmente, parte. In questo quadro, risulta sintomatico il rinnovato rapporto fra Gianfranco Miccichè, plenipotenziario di Berlusconi in Sicilia, e Angelino Alfano, visti frequentemente assieme a Roma.
Peraltro, quest’ultimo, con il suo partito ridotto al lumicino (forse l’1 per cento) trema al pensiero di affrontare le prossime elezioni nazionali, per la paura di affondare insieme ai suoi. All’interno del Ncd, Renato Schifani (ex presidente del Senato) e altri, lo stanno spingendo per un ritorno alla casa madre: Forza Italia. In questa direzione si muovono tante altre forze politiche radicate in Sicilia e collegate da un comune denominatore: interesse privato, fondato su favore e clientelismo.
La campagna elettorale per l’elezione del presidente della Regione del 2017 è, di fatto, cominciata. Sono stati comunicati i nomi di tre probabili candidati (Crocetta, Cancelleri e Faraone), ma altri sono in pectore, pronti alla kermesse.
Un altro a’ rieccolo è Totò Cuffaro, il quale sembra avere abbandonato il suo amorevole desiderio di andare a fare il medico in Burundi e sta attrezzandosi, molto più realisticamente, a rimettere insieme la sua gente e tutti coloro che hanno costituito il feudo di voti, indispensabili per farlo diventare, a suo tempo, presidente della Regione.
Ora, è evidente che non potrà aspirare a una qualunque candidatura, ma in Italia vi sono tanti esempi di eccellenti manovratori che rimangono fuori dalla scena, continuando a fare i registi di tanti attori, o se volete, marionette.
Non sveliamo nessun retroscena, ma pensiamo, induttivamente e deduttivamente, di rappresentare quello che avverrà nei prossimi sedici mesi, nei quali il centro-destra costituirà il terzo polo (oltre a Pd e M5S) e tenterà di vincere le elezioni.
Non sappiamo se la nostra proposta per modificare la legge regionale elettorale, denominata Sicilianum, sarà approvata dall’Ars, ma sappiamo che con l’attuale legge il prossimo presidente senza maggioranza continuirà nella strada disastrata di Cuffaro, Lombardo e Crocetta.