Aziende vinicole, obiettivi ecosostenibili

PALERMO – Migliorare le prestazioni ambientali per affermarsi nel mercato e rispettare le regole comunitarie. Le imprese che vogliono puntare sull’eco efficienza hanno ormai da anni un punto di riferimento nel regolamento Emas (Eco-Management and Audit Scheme), uno strumento per valutare e migliorare le prestazioni ambientali e allo stesso tempo fornire informazioni sulla propria gestione verde.
A livello comunitario, per imprimere una ulteriore accelerazione in questa direzione, si è già al lavoro sui cosiddetti Dsr, cioè i documenti settoriali di riferimento affidati al Joint Research Centre di Siviglia, che servono a individuare e promuovere, tra le altre cose, le migliori pratiche di gestione ambientale. Nei giorni scorsi l’Ispra ha diffuso uno studio che mette in relazione i risultati degli studi riportati nei Dsr con le performance ambientali delle organizzazioni registrate Emas. Il settore produttivo di partenza per avviare il confronto è stato quello della produzione di vino da uve, un’analisi che ha coinvolto diverse imprese isolane.
La selezione delle imprese campione è avvenuta per le organizzazione col codice di “produzione di vini da uve”, individuate tra tutte le organizzazioni italiane in possesso della registrazione Emas (complessivamente un migliaio attive nel 2015). Si tratta di 10 unità poi passate a 8 perché si sono selezionate le organizzazioni che presentavano certificazione di validità al primo ottobre dello scorso anno.
Di queste 8 realtà ben 3 sono siciliane – 2 segnalazioni per la Carlo Pellegrino & C. e una per Donnafugata – e vantano diverse prestazioni energetiche di affidamento. La Carlo Pellegrino, che ha tre siti produttivi distribuiti tra Marsala e Pantelleria, vanta una registrazione Emas per un sito produttivo “dotato di un impianto fotovoltaico che copre il 26% del consumo di energia e si distingue particolarmente per le attività di sensibilizzazione del personale interno ed esterno riguardo la questione ambientale”. Nel sito di c/da Cardilla la gestione dei raspi è particolarmente interessante perché “vengono utilizzati come ammendante, mentre le vinacce, come previsto dalla legge, sono destinate alla distillazione”. Inoltre la scelta dei fornitori si basa su criteri ambientali e sostenibilità delle attività svolte.
L’altro esempio isolano inserito nello studio, Donnafugata di Marsala, opera ormai da tempo attraverso diversi accorgimenti finalizzati al risparmio energetico e a una migliore gestione dei rifiuti. L’Ispra, infatti, segnala che “immagazzina le acque piovane destinate allo spegnimento di eventuali incendi; utilizza le vinacce come concime organico e i cover-crops per evitare l’erosione del suolo; ove possibile si serve di tappi sintetici e riciclabili e ha installato tre impianti fotovoltaici nei quattro siti certificati per ridurre il consumo di energia derivante da fonti non rinnovabili”.
Il confronto finale tra il Final Draft prodotto dal JRC di Siviglia per il settore Food and Beverage e le aziende vitivinicole nazionali oggetto dello studio, ha dimostrato che i tre principali aspetti ambientali individuati – cioè consumi di risorse idriche, consumi energetici e produzione di rifiuti – hanno trovato piena corrispondenza nell’uso degli indicatori e l’elaborazione dei “dati raccolti sono tutti all’interno dei range delle medie settoriali di riferimento, se non addirittura inferiori come rilevato in qualche caso”. Il confronto, insomma, ha dimostrato un sostanziale allineamento ai parametri “settoriali medi di riferimento distinguendosi nell’eccellenza”, anche se per il futuro bisognerà lavorare per rafforzare il settore e divulgare l’adozione delle buone pratiche.
 

 
Risultano in aumento le certificazioni Ecolabel
 
PALERMO – Non solo Emas. Tra le varie certificazioni comunitarie per l’ambiente esiste anche l’Ecolabel Ue, il marchio dell’Unione europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale. In tutta Italia sono soltanto 200 le strutture ricettive (esercizi alberghieri e complementari) su un totale di 157mila (dati Istat) a poter vantare questa certificazione. In proporzione si tratta di un dato che oscilla intorno allo 0,1% del totale. Nell’Isola siamo a quota 22, così come aggiornato nell’ultima rilevazione dell’Arpa dello scorso maggio. “La Sicilia si conferma quindi – si legge nella nota dell’Agenzia regionale – al quarto posto fra le regioni italiane con maggiore presenza del marchio ecologico europeo Ecolabel Ue, rinnovando, ove ce ne fosse stato bisogno, la sensibilità che la nostra terra sempre dimostra verso le sue bellezze naturali e culturali, che si cerca in tutti i modi di preservare per il futuro favorendo un turismo realmente sostenibile, garantito a livello europeo, che sempre più si dimostra attraente nei confronti di turisti informati e sensibili ai temi ambientali”.