Concorsone: il 70% non supera gli scritti. Docenti bocciati in lingue ed informatica

CATANIA – Bocciata la scuola italiana. Dalle prime correzioni delle prove scritte del “Concorsone” docenti 2016, viene fuori la fotografia di una classe docente impreparata (almeno a un’idea di scuola 2.0, più al passo coi tempi e alle esigenze degli alunni e al mercato del lavoro): picchi di bocciature anche dell’80%. E la Sicilia non è da meno. Secondo quanto ci riferisce il dirigente dell’Usr della Sicilia, Luca Girardi, il 70% dei candidati non ha superato gli scritti.
Ma diamo un po’ di numeri. Le domande di partecipazione al “Concorsone” sono state 165.578 a fronte di 63.712 posti messi a bando lo scorso 26 febbraio. Tre sono stati i bandi messi a disposizione per 44 classi differenti di docente: il primo per la scuola dell’infanzia e la primaria, il secondo per la scuola secondaria di I e II grado e, per la prima volta, è stato messo a bando anche il concorso specifico per il ruolo di insegnante di sostegno.
L’85% delle candidature sono pervenute da donne, e il 63% dei candidati è un under 40. La Sicilia è la terza regione per numero di domande inoltrate (17.725) dopo Campania (24.125) e Lombardia (22.630). Questi i numeri di un concorso tanto atteso per cambiare o stabilizzare le sorti lavorative di migliaia di italiani, divisi tra supplenze saltuarie e la possibilità di inserirsi stabilmente nel sistema scolastico pubblico.
Conclusa la prova scritta, la prima fase degli esami è terminata e gli uffici regionali scolastici stanno provvedendo a diramare gli esiti della prova ma i risultati che giungono sembrano dei veri e propri bollettini di guerra. I più bocciati sono stati gli insegnanti di sostegno ma anche per gli specialisti dell’italiano per stranieri, i tecnici di laboratorio e gli insegnanti di arte e sostegno le cose non sono andate per il meglio. I risultati giunti finora a macchia di leopardo sono comunque omogenei nel delineare un risultato negativo per i tanti che si sono sottoposti all’esame.
Dando alcuni esempi, in Emilia Romagna, su 37 candidati per i laboratori di scienze e tecnologie meccaniche, sono stati ammessi alla successiva prova orale soltanto 16 candidati con conseguente necessità di trovare soluzione per i 66 posti messi a bando che non saranno colmati se non da personale supplente. In Lombardia su 68 candidati per accedere alla classe di insegnamento B12 – laboratorio si scienze e tecnologie chimiche e microbiologiche – soltanto in 7 sono stati ammessi alla prova orale; in Campania i 22 posti per la classe di italiano per stranieri hanno visto superare la prova scritta soltanto 11 candidati nonostante si trattasse di insegnanti abilitati in possesso della certificazione DITALS o di relativo master. Altro caso eclatante in Calabria dove solo in 28 candidati sugli 86 posti messi a bando per la docenza di Tecnologia nella scuola secondaria di I grado hanno superato la prova.
I risultati sono negativi su tutto lo Stivale. I posti da assegnare saranno in numero maggiore rispetto a coloro che hanno superato la prova scritta e si accingono alla prova orale con la conseguenza che si dovrà anche quest’anno ricorrere alla “chiamata” dei supplenti per ricoprire le carenze, realizzando un risultato alquanto paradossale che vede candidati insegnanti bocciati agli esami di ruolo ma richiamati a settembre in piena emergenza per coprire le mancanze di un sistema che a questo punto evidenzia tutte le storture del caso.
A chi appartiene la colpa di questo fallimento? Sono davvero responsabili i singoli candidati e la loro “insufficiente” preparazione o è un problema ben più generale che abbraccia l’intero sistema scolastico italiano?
Monta la protesta dei candidati lombardi che scrivono al presidente della Repubblica e al ministro dell’Istruzione oltre che alla commissione valutatrice per protestare formalmente per quanto accaduto. Ritengono infatti di non essere imputabili per il non superamento della prova. In tantissimi casi si tratta di persone che hanno superato brillantemente gli esami universitari e i successivi master o corsi abilitativi e che da anni in modo precario insegnano nelle varie sedi vacanti in tutta Italia: “Non riteniamo credibile il fatto che 61 persone su 68, diplomate e successivamente abilitate alla professione degli Istituti del territorio nazionale, in alcuni casi con il massimo dei voti e con relativa esperienza di insegnamento anche decennale, vengano giudicati insufficienti. Crediamo che questi numeri siano anomali e a dir poco riduttivi per l’intero sistema scolastico italiano”.
La Sicilia dal canto suo, per quanto ancora l’esito della correzione della prova scritta non sia ultimata (ricordiamo che si tratta sempre di 44 classi di concorso differenti per 17.725 partecipanti alla prova scritta) sembra attestarsi sugli stessi esiti non brillanti già pervenuti a livello nazionale. Il dirigente regionale dell’Ufficio scolastico regionale, Luca Girardi, responsabile procedimento concorso docenti 2016, parla di un dato in linea con quello nazionale: “Solo il 30% ha superato la prova scritta e accederà a quella orale, che in Sicilia si terrà secondo un calendario variegato che va da agosto ai primi di settembre. Stiamo mandando le email con l’esito della prova a tutti i partecipanti e stiamo pubblicando i vari calendari per la prova orale. Speriamo già di inserire in ruolo a settembre quanti risulteranno idonei ma il progetto di assunzione, è giusto ricordarlo, è su base triennale, quindi servirà ancora del tempo per ottimizzare del tutto il sistema anche alla luce delle numerose bocciature rilevate, di sicuro – continua Girardi – i posti non assegnati verranno ancora una volta ricoperti dalla “chiamata” di supplenti. Il cattivo esito di molte prove – prosegue il dirigente – è sicuramente da imputare non alla scarsa o poca competenza nella propria materia di insegnamento dei candidati ma alla poca consapevolezza che il mondo della scuola e dell’insegnamento è cambiato. Per essere competitivi con gli obiettivi europei, il ministero ha fatto pressione per avere un “nuovo tipo di docente”; si è passati dal focalizzare l’esame sulle competenze e conoscenze del candidato alla capacità didattica del docente e forse questo non comunicandolo con tempestiva celerità ai candidati ha creato aspettative diverse dall’esito ottenuto”. Girardi tiene a precisare che moltissime delle bocciature sono avvenute a seguito della prova in lingua straniera e della prova capacità/competenze informatiche, prove determinanti per un corpo docente nuovo e capace di competere a livello europeo.