In Sicilia, l’assetto è analogo perché, con Legge regionale, si sono formate le tre città metropolitane con il sindaco che assume la presidenza di questo Ente dove sono rappresentati tutti i Comuni. Ma l’Ente fa restare in vita l’ex Provincia e continua a restare in vita l’amministrazione della città. Sicché a Catania, Palermo e Messina vi sarà la burocrazia della città metropolitana e la burocrazia della città capoluogo.
Ecco perché non si sentono rumori da parte dei sindacati del pubblico impiego. Essi sono tranquilli che cambia la forma, ma non la sostanza. L’unico risparmio nelle abrogabili Province riguarda la struttura istituzionale. Infatti non vi è più consiglio, presidente e giunta. Ma questo risparmio è veramente modesto rispetto a quello che si sarebbe potuto conseguire se le Province fossero state cancellate.
La questione riguarda le due funzioni principali che esse avevano: la manutenzione delle scuole di secondo grado (quella di primo grado è affidata ai Comuni) e la manutenzione delle strade provinciali (mentre quelle comunali sono affidate ai Comuni di competenza). Se si fossero abolite sul serio, bastava trasferire queste competenze ai Comuni, in modo da eliminare l’apparato di secondo grado che, come si scriveva, è sempre là.
La riforma citata ha delineato interventi che saranno resi operativi attraverso i decreti legislativi, i quali sono molto timidi perché non colgono l’essenza della questione burocratica: misurare la produttività dei dirigenti e dei loro dipendenti per assicurare il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione (art. 97 Costituzione).
I sistemi di misurazione della produttività sono noti in tutto il mondo e non li segnaliamo perché la questione è meramente tecnica. Però si può fare, ma non si vuole fare. Perché nel momento in cui ogni dirigente fosse responsabile della produzione giornaliera di provvedimenti amministrativi richiesti da cittadini, imprese ed altri soggetti, si scoprirebbe se stia nel solco dell’efficienza o no.
I dipendenti pubblici chiedono il rinnovo del contratto: hanno ragione. Ma non si può rinnovare un contratto con i vecchi criteri e automatismi. Esso va rinnovato eliminando tutti i premi di risultato così come sono attualmente concepiti e sostituendoli con obiettivi veri, quantificabili e controllabili. La finzione delle Province e la finzione nella burocrazia costituiscono pesi insopportabili per i cittadini, già stanchi di tasse e oneri vari.