Renzi ha cominciato a fare le riforme di gran carriera, interpellando direttamente i cittadini e accantonando i riti con gli intermediari (organizzazioni datoriali e sindacali, ordini professionali, associazioni di vario tipo).
Poi, pian piano, la furia riformatrice per cambiare le cose che non andavano ha cominciato a rallentare e ora ci sembra che egli si sia impantanato, avendo ricominciato ad aprire i tavoli, oggetti deteriori, ove ognuno porta i propri interessi privati che confliggono sistematicamente con quelli generali.
Se Renzi vuole vincere il referendum, dalla fine di agosto in avanti dovrà riprendere la strada del colloquio continuo e serrato con i cittadini, perché sono questi ultimi che votano, non gli intermediari che dicono di rappresentarli.
Peraltro, il successo del Movimento 5 stelle è dovuto all’idea formata dalla cosiddetta democrazia diretta: la partecipazione di tutti gli iscritti (gratuitamente) allo stesso.
Si tratta dell’esempio più lampante di come si possa intercettare meglio il cambiamento e, contestualmente, bypassare tutti coloro che si mettono in mezzo fra cittadini e istituzioni.
Si dirà che questa ipotesi sembra, sulle prime, contraddittoria. Se un dipendente è disoccupato, vuol dire che non ha lavoro. Ma non ha lavoro perché l’azienda privata non può pagarlo.
Dal momento che lo Stato, con la Cig ordinaria e straordinaria e con altre indennità, paga a vuoto i propri cittadini nullafacenti, non sarebbe più logico che girasse tali indennità alle imprese per farli lavorare? Di questa riforma Renzi non ha fatto parola, perché gli si scatenerebbe contro tutta la sinistra interna ed esterna al Pd.
Ma allora, se Renzi non si vuole occupare di questo aspetto, almeno cerchi di capire cosa vogliono i cittadini: equità, eliminazione dell’evasione, taglio dei privilegi, investimenti, costruzione di opere pubbliche e altre attività che creino lavoro vero.
Se il presidente del Consiglio non capisce per tempo quanto andiamo scrivendo, declinerà e perderà il referendum, anche perché la coalizione dei portatori della conservazione, cioè tutti gli attuali privilegiati, diventa più consistente e può diventare maggioranza.