Non svelo un segreto perché quelli della mia età lo potranno confermare. La frase chi non ha paura muore una volta sola, non l’ha inventata Falcone, bensì l’ideatore di un fumetto conosciutissimo, che va per la maggiore anche ai nostri giorni.
Gianluigi Bonelli scriveva le sceneggiature delle strisce che avevano come protagonista Tex Willer e i comprimari Kit Carson, Tiger Jack e successivamente il figlio Kit, dai Navajos chiamato Piccolo falco.
Mi ricordo con quanta emozione, appena settenne, comprai la prima striscia di questi personaggi, ovviamente con la stampa in bianco e nero e caratteri microscopici, il primo gennaio del 1948. Lo stesso giorno in cui entrò in vigore la Costituzione italiana.
Dopo quasi settant’anni quelle storie con una veste grafica elegante, tutte a colori e con caratteri leggibili, sono acquistate forse dalla gente della mia età e forse da nuovi estimatori.
Ho imparato molto da questa lunga trafila di avventure, soprattutto perché basate su principi etici che non fanno mai distinguere le persone umane per il loro colore della pelle o per la loro razza, bensì tra i buoni e i cattivi. E poi una giustizia giusta, equa, che mette a confronto delitti e pene adeguate.
Chi ha paura dei rischi che corriamo ha paura della vita, ha paura del vivere, si rincantuccia, non esce di casa perché pensa che un vaso caduto dal quinto piano lo possa uccidere, non prende l’aereo, non va in macchina.
Naturalmente, esageriamo. Perché ogni atto da noi compiuto comporta un rischio, piccolo o grande che sia: proprio per questo non bisogna essere incoscienti, ma avere cognizione precisa di ciò cui si va incontro, in modo da adottare la regoletta delle tre P: prevedere, prevenire, provvedere.
Ovviamente non abbiamo la palla di vetro. Tuttavia la nostra intelligenza comune, la nostra cultura comune, il nostro intuito comune sono in condizione di indicarci cosa fare se si verificano eventi non desiderati.
Vivere con consapevolezza, vincendo continuamente la paura, ragionando con positività, producendo al nostro interno buon umore, minimizzando le avversità, tuttavia da affrontare: ecco come si dovrebbe vivere, scegliendo la propria coscienza e la propria cultura.