La Sicilia è una delle regioni che chiudono la triste classifica di quelle sottosviluppate. In questi ultimi sei mesi i siciliani subiscono la vergogna per gli strali che arrivano da tutto il mondo, che vede le nostre strade e le nostre città sommerse di spazzatura, la cui responsabilità è di presidente e Giunta regionali, nonché di tutta la Classe politica che continua a cincischiare anziché prendere provvedimenti energici ed efficaci.
Di fronte a questo caos è in gioco anche l’intesa tra Stato e Regione, firmata il 7 luglio. Anche il Governo ha la grave responsabilità di non essere intervenuto col potere sostitutivo che ha, in una situazione indecorosa che fa vergognare i bravi cittadini meridionali, ma anche tutta la Comunità nazionale.
La questione dei rifiuti è semplice: non c’è più dove depositarli. Non provvedendo attraverso gli impianti energetici alla loro utilizzazione come carburante, è pacifico che i rifiuti debbano andare all’estero, ovviamente con un sovraccarico di tasse sui cittadini. L’annosa questione di tali impianti energetici è rinviata da dieci anni col risultato di vedere la spazzatura ammassata persino nel Parco dell’Etna, che ancora gode del riconoscimento dell’Unesco.
La Corte Costituzionale ha ritenuto legittimo il prelievo sulle pensioni d’oro perché ha ritenuto che esso non avesse natura tributaria. Il contributo di solidarietà è del 6% relativo alle pensioni tra 91 e 130 mila euro lordi, del 12% tra 130 mila e 195 mila e del 18% da 195 mila in su. Questo prelievo ha fatto risparmiare allo Stato 93 milioni di euro.
Tuttavia se l’Inps fosse autorizzato dal Governo, mediante una apposita legge, a ricalcolare le pensioni sulla base dei contributi effettivamente versati, eliminando i contributi figurativi (mai versati), dall’anno prossimo le casse dello Stato, secondo il presidente dell’Inps Tito Boeri, risparmierebbero ben 46 miliardi.
Nonostante la necessità di ritornare a un principio di equità, secondo il quale i pensionati devono ricevere l’assegno in proporzione ai contributi versati e non di più, sotterraneamente ma non tanto, questi privilegiati continuano a fare resistenza attraverso la cinghia di trasmissione che hanno in Parlamento .
Non vediamo una svolta in materia, per cui il disgusto verso i politici aumenta e con esso il consenso al M5S. Questo comportamento ha un nome: autolesionismo.