Catania – Ancora polemiche dopo 3 anni dall’abbattimento del ponte Gioeni

CATANIA – “Vogliamo ricordare ai catanesi questo evento disastroso che ha compiuto la disamministrazione Bianco. Questo è stato il primo ma è anche il più eclatante e poi è stato seguito da altre scelte disastrose. Questa città affonda ogni giorno di più e il tondo Gioeni ne rappresenta il simbolo. Non si può continuare così e speriamo che vadano a casa il prima possibile”. Così il consigliere comunale con Giorgia Meloni, Manlio Messina, promotore anche di una raccolta firme per le dimissioni dell’amministrazione cittadina, durante l’ormai consueta manifestazione organizzata da Fratelli D’Italia, Alleanza Nazionale e Forza Italia, contro la scelta dell’amministrazione del Comune di Catania di abbattere il ponte Gioeni. Una scelta compiuta tre anni fa e che in pochi giorni ha cambiato il volto di Catania come ormai si conosceva da molto tempo.
La scelta però, che se da una parte è sempre stata sostenuta come giusta dall’amministrazione guidata da Enzo Bianco, dall’altra è stata molto osteggiata dall’opposizione e dai commercianti della zona, nonché da molti automobilisti. L’abbattimento del ponte ha infatti significato un notevole cambio della viabilità e in generale un peggioramento della scorrevolezza del traffico. “Bella minchiata” è la scritta che capeggiò sul muro della zona per qualche giorno, tre anni fa, e “siamo ancora fermi lì”, afferma Salvo Pogliese, parlamentare europeo nelle fila di Forza Italia.
“Il sindaco si è interstardito e il fallimento di quell’esperienza è visibile a tutti. Un peggioramento della viabilità in tutta la città, ma anche un danno economico per i commercianti della zona e un danno estetico alla città con un parco Gioeni che si presenta malissimo. Speriamo da catanesi che si possa invertire la rotta perché al di là del contributo da parte della protezione civile per abbatterlo pari a circa 4 milioni di euro più un milione e 800 mila circa che serviranno per la riqualificazione, credo sia stato un percorso assolutamente eretico. Il ponte aveva tutte le caratteristiche per potere essere consolidato come ha puntualmente testimoniato lo studio della facoltà di Ingegneria di Unict, della quale anche l’assessore Luigi Bosco era componente e che evidentemente ha cambiato idea una volta entrato in giunta”, conclude Pogliese.
Dello stesso avviso anche Debora Borgese, referente nazionale di Terra nostra, italiani con Giorgia Meloni, gruppo Fratelli d’Italia-alleanza Nazionale. “Il ponte non andava abbattuto”, afferma decisa.
“Sono state addotte motivazioni di sicurezza, ma in realtà quando lo hanno abbattuto hanno trovato dosi massicce di ferro e questo lo rendeva sicuro anche dal punto di vista sismico. Nel progetto originario del ‘31 e che poi vide la luce circa 60 anni dopo, negli anni 90’, prevedeva un unico collegamento tra il ponte, il parco cittadino Gioeni e la circonvallazione mentre adesso è tutto bloccato. L’ingorgo è palese e le difficoltà sono notevoli sia per gli automobilisti che per i pedoni”, conclude.