Beninteso, non bisogna sparare nel mucchio. Vi sono moltissimi giornalisti bravi che seguono queste regole semplici, che scrivono in modo asciutto e stringato, che parlano o riferiscono in modo comprensibile, lineare e piano. Ma non sono la maggioranza.
Tutto dipende dalle scuole cui gli aspiranti giornalisti hanno partecipato e dai loro formatori. è chiaro che ogni botte dà il vino che ha. Se i formatori hanno vino scadente, trasmettono vino scadente. Ecco perché nelle scuole di formazione dei giornalisti dovrebbero andarci i migliori, quelli più preparati.
Nelle redazioni della carta stampata o di radio e televisioni dovrebbero esservi dirigenti, che oltre a guidare il gruppo, avessero la voglia di migliorarne le qualità professionali e per conseguenza le performances. Non sempre è così. Ma gli aspiranti bravi, che hanno voglia di imparare, rubano il mestiere, mentre quelli piatti resteranno al loro livello primordiale.
L’informazione è tutelata dall’articolo 21 della Costituzione: uno strumento importantissimo non solo perché i cittadini sappiano quello che accade, ma perché attraverso essa si possono formare una opinione di fatti con cui non hanno rapporti diretti.
E’ proprio questo un altro aspetto fondamentale dell’informazione: l’osservanza delle regole etiche, quelle regole immortali, di tutti i tempi, che nessuna innovazione, che nessun cambiamento possono modificare. Ecco che dovrebbe essere obbligatorio, per chi opera nell’informazione, conoscere a fondo tali regole etiche che poi, secondo la propria coscienza, dovrebbe applicare costantemente.
Tutto ciò, ovviamente, comporta sacrificio, impegno, sudore. Ma se si vuole fare informazione di qualità e, ripetiamo, vera, non è possibile risparmiarsi, non è possibile tirare indietro la manina per non scottarsi, non è possibile non correre qualche rischio.
Sì, dire la verità in qualche caso è rischioso perché si vanno a scoprire altarini, si va a scoperchiare il vaso di Pandora e, per conseguenza, a toccare interessi di privilegiati o malavitosi, che reagiscono.
Ma non bisogna avere paura di chi si oppone alla verità, la quale quasi sempre emerge chiara e lampante.