Ecco come si spiega l’enorme sviluppo di questo settore in tutto il mondo con aerei, navi e tir che viaggiano da Nord a Sud, da Est a Ovest, per trasportare la merce venduta dai siti che poi viene consegnata ai domicili degli acquirenti.
Per fare muovere questa immensa rete ci vogliono persone capaci e professionalizzate. Ma questo vale anche per qualunque altra attività economica in concorrenza, che può diventare competitiva solo se il proprio personale è altrettanto – ripetiamo -capace e professionalizzato. La parola chiave di questa nuova frontiera è Produttività. Più bravi sono gli operatori di qualunque livello, migliore è l’organizzazione delle imprese e più esse diventano competitive perché al loro interno aumenta il tasso di Produttività.
La questione è nota da decenni, ma mentre prima era argomento di professori universitari e teorici dell’organizzazione aziendale, ora è diventata una necessità, per cui le imprese sono costrette dalla competizione a rendere continuamente più efficienti i propri servizi, per poter resistere sul mercato, progredire e conquistare nuove fette. Non si scappa: o si è competitivi o si va fuori dai piedi.
Al riguardo non possiamo non citare l’inutile formazione regionale, che dal 2004 ad oggi, ha letteralmente bruciato 2,3 mld solo per foraggiare pseudo-formatori fuori mercato e strutture che hanno lucrato soldi pubblici senza dare ai cittadini i servizi di – ripetiamo – professionalizzazione e formazione.
Di questo disastro sono responsabili i presidenti della Regione che si sono succeduti e i loro assessori al ramo, che anziché innovare rapidamente e spendere i quattrini della formazione per formare persone atte al mercato, si sono curati di alimentare la loro clientela, sperando che la cuccagna non finisse mai. Però essa è finita perché non ci ci sono più risorse neanche per questo filone clientelare.
Nonostante ciò, l’assessore al ramo continua a fare programmi per tenere in vita strutture del tutto inutili mentre dovrebbe fare accordi con vere società internazionali di formazione professionale, per far crescere i siciliani che vogliono lavorare sul serio e non quelli che fanno finta di lavorare o che cercano il posto fisso, pubblico o privato.