Se si accettano, vanno registrati in un’apposita sezione delle anagrafi dei Comuni, le quali ora confluiscono nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), che concentra le generalità di tutti i cittadini ufficialmente in Italia.
Poi vi sono i clandestini che non hanno diritto di risiedere sul nostro territorio e andrebbero rispediti nelle loro patrie d’origine, ma con i charter. Invece, ogni tanto, il ministro dell’Interno fa un decreto di espulsione (quest’anno un enorme numero: ben 109) e li rispedisce a casa ad uno ad uno, con un costo stimato da più parti di ben diecimila euro pro-capite, quando con la stessa cifra si potrebbe caricare un charter con duecento persone.
Fra spese per la sicurezza, quelle necessarie per la Guardia Costiera e per tutti i navigli delle altre Armi ed Organizzazioni che pattugliano il Mediterraneo al limite delle acque territoriali libiche, lo Stato spende una barca di soldi. E un’altra barca di soldi per l’ospitalità e l’assistenza medica.
Volete sapere a quanto ammontano queste due barche di soldi? è scritto nel Def pubblicato l’8 aprile: 3,3 miliardi.
Papa Francesco, durante l’Angelus del 6 settembre 2015, ordinò a tutte le parrocchie di accogliere almeno una famiglia di immigrati, indipendentemente dal diritto di quest’ultima di restare in Italia. Sia lode al Papa, che finalmente ha smosso, seppure solo a parole, un’imponente struttura (quella ecclesiastica) che aveva dimostrato una certa sordità nei confronti del fenomeno migratorio clandestino.
Molte famiglie, pur non essendo sollecitate, hanno ospitato ed ospitano immigrati. Ma tanto per non parlare al vento, comunico pubblicamente che io sarei disposto ad ospitare un immigrato a condizione che egli sia regolarmente iscritto nelle anagrafi e che stia qui avendone pieno titolo. Dirò di più, sarei disposto ad assumerlo, sempre vigendo la indicata condizione di regolarità. E chissà quante altre famiglie e imprese sarebbero disposte a fare altrettanto.
Qui non si tratta di esercitare una sorta di carità pelosa, di esprimere solidarietà verso chi ha bisognjo e chi vuole migliorare a buon diritto la propria vita. La Sicilia ospita un terzo degli immigrati. Come siciliano vorrei contribuire ma applicando le regole di convivenza e le leggi dello stato di diritto.