Anche questa è un’iniziativa del tutto inutile perché non risolve alla radice il problema dei 2,2 milioni di tonnellate e perché denomina gli impianti come termovalorizzatori, vale a dire che non sono di ultima generazione. Questi, infatti, si denominano impianti energetici: essi non hanno la funzione di bruciare gli Rsu ma di decomporli, estrarre da essi tutte le materie prime possibili, produrre energia, biogas, biokerosene e biodiesel, con i residui materiali per il sottoasfalto delle strade e con un residuo ad impatto ambientale molto prossimo allo zero, inferiore allo scarico di uno scassato autobus delle nostre aziende di trasporto locale.
È proprio nella compilazione dei bandi che si può annidare il trucco. Se essi richiedono impianti modernissimi di ultima generazione o altri con tecnologie superate. Perché tali bandi non dovrebbero seguire la via del progresso? La risposta è ovvia: per favorire gli amici che rifilerebbero alla Sicilia impianti superati.
Il business della spazzatura ha nascosto per decenni corruzione e collusione con la criminalità organizzata. Nessun Presidente della Regione è stato capace di neutralizzare infiltrazioni e la malagestione della stessa.
La questione si può ridurre all’osso: sono Presidente di Regione e assessori che hanno la responsabilità oggettiva di governare i servizi regionali e rispondono politicamente ai siciliani dell’inefficienza dei servizi del loro ramo amministrativo, la cui responsabilità al vertice è del Presidente della Regione. Questi, nonostante i disastri più volte enumerati su queste colonne, ha la faccia di bronzo di riproporsi come candidato alle prossime elezioni di ottobre 2017.
O ha preso per scemi i circa seicentomila siciliani che lo hanno votato oppure la sua megalomania lo rende cieco e sordo.
Dover attendere ancora quattordici mesi per cacciare questa classe partitocratica è un disastro che la Sicilia non può più sopportare. Occorre trovare un rimedio in questo scorcio di autunno, diversamente i poveri aumenteranno, l’economia andrà di più a picco, i disoccupati cresceranno e la Sicilia crollerà ancora nella graduatoria delle regioni europee.