Mercato immobiliare, boom contenuto per la Sicilia

PALERMO – Se c’è un settore economico in evidente ripresa in tutta Italia, questo è senza dubbio quello del mattone. Per il secondo trimestre dell’anno in corso, infatti, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate ha confermato la dinamica espansiva, già espressa in precedenza, e rilevato un ulteriore aumento delle unità compravendute. Se nel primo trimestre del 2016 la crescita è stata del 17,3%, nel secondo trimestre questa si accentua ancor di più, toccando un +21,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend ci riporta ai livelli precedenti il 2012, anno in cui il mercato ha preso una direzione in netta discesa.
Un segnale positivo che si spiega con la ritrovata fiducia delle famiglie italiane di affrontare spese importanti come l’acquisto di una casa. A ciò si aggiunga il fatto che i prezzi degli immobili sono sensibilemnte scesi e i tassi di interesse sui mutui si sono mantenuti bassi.
Un aumento a doppia cifra si riscontra in tutti i settori immobiliari, con particolare riferimento a quello produttivo, dove l’impennata è stata del 28%. Segue il settore residenziale, con un +22,9%, quello terziario con un +14,7% e quello commerciale, in cui l’aumento registrato è del 12,9%.
Per quanto attiene il settore residenziale, la macroarea che registra la crescita più intensa è quella del Nord, con un +26,9% nei capoluoghi e un +23,9% nei Comuni non capoluogo. Diversamente dal Nord, nelle regioni meridionali la crescita delle compravendite immobiliari è abbastanza omogenea e non si registrano particolari differenze tra i capoluoghi (+21,3%) e i Comuni non capoluogo (+20,6%). Infine, nelle regioni del Centro, sono proprio gli enti minori a conoscere un incremento maggiore, pari al 23,1%, rispetto a quello rilevato nei capoluoghi, pari al 18,2%.
Tra le città che hanno visto un maggiore sblocco delle transazioni di immobili residenziali vi è Bologna, con un aumento record +33,5%, ma incrementi significativi si hanno anche a Milano (+29,7%), Genova (+27,6%), Napoli (+25,3%) e Torino (+24,3%). A Palermo, invece, l’incremento è più contenuto e si ferma al 12%. Non va meglio nel resto della provincia, dove la crescita è di appena il 5,3%, contro variazioni positive che sfiorano il 30% nei Comuni in provincia di Bologna e Genova, e che superano ampiamente il 20% nei Comuni in provincia di Roma, Milano, Torino e Napoli.
Quanto al settore terziario, sono invece le regioni del Sud a trainare lo sblocco. Qui, infatti, le compravendite, nel secondo trimestre 2016, sono aumentate del 20,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre al Nord l’aumento si ferma al 13,7% e al Centro all’11,6%. Ma se guardiamo agli andamenti delle singole città vediamo come, ancora una volta, Palermo non registra performaces brillanti. Nel capoluogo siciliano, infatti, si rileva un calo del 4,1%, contro l’impennata record di Firenze, in cui si tocca il +49,5%. Solo Torino fa peggio di Palermo, con un drastico decremento del 27%.
Spostando l’attenzione sulle compravendite del settore commerciale, l’aumento più consistente, anche questa volta, si è registrato nel Mezzogiorno (+18,9%), seguito dalle regioni settentrionali (+11,5%) e infine da quelle del Centro (+8,5%). Quanto alle variazioni nelle più grandi città del Paese, si va dai picchi di Bologna e Roma, dove l’aumento si attesta rispettivamente al 27,9% e al 19,3%, alle flessioni di Milano (-0,3%) e Palermo (-2,2%). Ancora una volta, la città più importante dell’Isola sembra andare in controtendenza rispetto al generale trend positivo degli scambi immobiliari.
Non va diversamente nel caso del settore produttivo. Nonostante il boom delle compravendite di immobili ad uso industriale registratosi al Sud (+85,9%), la città di Palermo costituisce un’eccezione, facendo rilevare un calo del 4%. Quanto alle altre macroarea, trascurabile è la variazione nelle regioni del Centro (+1,8%), mentre al Nord si parla di un +23,9%. Peggio di Palermo fa solo Torino, dove si registra una flessione del 10,7%, mentre dalla parte opposta della classifica si piazzano Genova e Napoli, con impennate pari rispettivamente all’81,9% e al 67,6%.
I segnali positivi indubbiamente ci sono, ma visti i trend registrati dal capoluogo siciliano, viene da pensare che nell’Isola la fiducia di famiglie e investitori è ancora risicata.