Nel sito scelto dalla Jonio Gas, ubicato su un tratto di costa di Melilli, vi sono ben otto stabilimenti industriali: dalla centrale termoelettrica dell’Enel alla produzione di polimeri ex Enichem, agli stabilimenti dell’Isab e via enumerando. Viene raffinato annualmente greggio pari al 26% della raffinazione nazionale (27 milioni di tonnellate) e di esso esportato ben il 44% della quota nazionale.
La presenza massiva dei suddetti impianti ha determinato la dichiarazione dell’area ad elevato rischio ambientale. Anche perché nella stessa area insistono impianti e depositi che trattano e detengono sostanze pericolose.
Il DPR 17/1/95 indica che tali insediamenti sono classificabili industrie a rischio ai sensi del DPR 175/88 in quanto fonti di rischio di eventi incidentali…e gravità delle conseguenza della popolazione e le strutture esterne agli stabilimenti, quali rilasci tossici: ammoniaca, acido fluoroidrico, cloro e idrogeno solforato.
Vi è un movimento di decine di migliaia (65 mila) automezzi, 2 mila ferrocisterne e migliaia (4300) navi. Il quadro legislativo riportato è grave. è una fortuna che sia emersa la questione del rigassificatore ed insieme l’allarmante fotografia.
I rischi industriali, sismico e maremoto, bellico, attentati, traffico navale e linea ferrata costituiscono una concentrazione terrificante dai quali ci può proteggere solo il buon Dio. Se un treno deraglia e investe un serbatoio, l’esplosione potrebbe creare un effetto domino. La problematica è stata affrontata nel Piano di risanamento ambientale del 1995, che invitava le Istituzioni a prendere iniziative per attuarle. Ma niente è stato fatto a riguardo.
La tracotanza di chi, anziché prendere atto di questo scenario, vuole aggravarlo con ulteriore impianto, è incomprensibile. L’installazione del rigassificatore non ha tenuto conto delle norme IMO (International Maritime Organization) che con sua circolare dell’11/12/2006 regolamenta il traffico della gasiere. Se applicato, il porto di Augusta si bloccherebbe per l’incompatibilità delle stesse con i traffici commerciali.
Chiuso il capitolo rigassificatore, è venuto il momento in cui la Regione chieda perentoriamente alle imprese petrolifere di attuare tutte le innovazioni necessarie per ridurre drasticamente pericolo e inquinamento, pena la revoca delle autorizzazioni. Libero mercato sì, ma nel rispetto dei siciliani.