Catania – Il dissesto per ora è scongiurato

CATANIA – “L’amministrazione comunale di Catania, con una propria nota, ha sottolineato come i contenuti della delibera della Corte dei conti relativa all’udienza del 31 maggio scorso appena pubblicata diano piena conferma delle nostre valutazioni sulle profonde carenze del Piano di riequilibrio finanziario originario e dell’assoluta necessità di riformularlo”.
 
È quanto fa sapere l’amministrazione Comunale del Comune di Catania che ancora una volta difende la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario e lo fa in occasione della pubblicazione della relazione della Corte dei Conti, ovvero l’organo di controllo e vigilanza per il Piano stesso, nonché l’organo che ha il potere di dichiarare lo stato di insolvenza e quindi il dissesto del Comune di Catania. “Da un’attenta lettura della delibera – è scritto nella nota – emerge innanzitutto il fatto che è stata accolta la richiesta di rinviare alla Sezione Autonomie della stessa Corte la decisione sugli obiettivi del controllo. In secondo luogo risulta evidente che, senza la riformulazione del Piano di riequilibrio finanziario, Catania sarebbe stata condannata al dissesto”.
Il dissesto in effetti, sarebbe potuto essere dichiarato più volte in questi anni date le reiterate richieste di chiarimenti e documentazioni da parte dell’ente revisore e la constatazione del mancato raggiungimento degli obiettivi periodici. Sul documento della Corte infatti si legge però che a fronte di un riscontro meramente contabile, “una diversa opzione interpretativa, ritenuta maggiormente condivisibile da questa Sezione remittente, valorizza innanzitutto l’obiettivo finale programmato ovvero il risanamento dell’ente”. Si guarda al risultato finale, insomma.
Nel frattempo comunque, la Corte dei Conti non manca di bacchettare il Comune. Non solo perché la programmata definitiva risoluzione delle criticità riscontrate nel corso degli ultimi esercizi finanziari non risulta affatto dimostrata, “al contrario si manifesta un evidente e significativo aggravamento delle situazioni rappresentate al momento dell’approvazione del piano”. Vengono contestati, in particolare, gli squilibri nella gestione dei residui, la conservazione in bilancio di un rilevante ammontare di residui attivi vetusti e di dubbia esigibilità, la crisi di liquidità ed il costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria e l’esistenza di un ingente quantitativo di debiti fuori bilancio.
 
Lo dice chiaramente il presidente della Sezione di controllo nella adunanza del 31 maggio 2016, Maurizio Graffeo: “Tali elementi inducono la Sezione a ritenere sussistenti i presupposti per la dichiarazione di dissesto che, in assenza di un’autonoma determinazione dell’ente, pur tuttavia, tenuto conto della dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 149 del 2011 che ha stabilito che la predetta norma non trova applicazione in Sicilia ( sentenza n. 219 del 2013), la relativa procedura potrà essere avviata, sulla base del combinato disposto dell’articolo 109 bis della legge regionale 15 marzo 1963 n. 16 e di quanto disposto dall’articolo 58, comma 1, della legge regionale n. 26 del 1993, con l’intervento dell’assessore regionale delle Autonomie Locali in luogo del prefetto”. “L’ autonoma determinazione dell’ente” c’è stata e il dissesto per ora è scongiurato, ma la Corte dei Conti, come anche il ministero, devono ancora dare il loro parere sulla nuova rimodulazione del piano.