Se a Londra si progredisce nelle carriere così rapidamente, lo si deve a quel valore importante che è il merito. Non ci sono raccomandazioni, non ci sono favori, non ci sono famigli. Là, chi più sa più vale, e più guadagna. è tutto il meccanismo che funziona così. Anche nelle Università, fra le migliori del mondo, vengono assunti insegnanti per quello che valgono, non per quello che hanno o per le famiglie a cui appartengono.
Per cui vi è una continua crescita delle conoscenze perché prevalgono sempre i migliori, i più capaci e nessuno si offende se fannulloni e incompetenti vengono spinti in coda alle graduatorie.
Intendiamoci, questo non è un inno al funzionamento britannico, ma la fotografia di un Paese che andrebbe imitato perché mette il merito al primo posto di ogni carriera.
Eppure, anche là vi sono i conservatori, come l’attuale primo ministro, Theresa May. Ma conservazione non significa mantenimento dei privilegi, significa attuare una politica che dà pari opportunità a tutti i cittadini, nazionali e stranieri.
Ma allora, se non manca niente, com’è che la Sicilia resta fanalino di coda? C’è un’enorme voragine rappresentata dalla natura di quella parte del popolo siciliano di estreazione araba (con tutto il rispetto per gli Arabi, che ora stanno correndo), che è in maggioranza e che elegge una Classe politica a sua immagine e somiglianza. La Classe politica, a sua volta, nomina burocrati dello stesso tipo ed ecco spiegato come non si riesca a crescere mentre il degrado continui a peggiorare ogni giorno .
La parola fa da padrona negli ambienti istituzionali e burocratici. La promessa è facile e facilmente pronunziata da politici cialtroni. I dirigenti non fanno funzionare i servizi a loro affidati, ma in compenso percepiscono premi consistenti per risultati mai raggiunti. I fannulloni non si contano più.
Fa ridere la giustificazione dei dirigenti i cui dipendenti non andavano a lavorare pur registrando i badge, i quali non si accorgevano né della loro assenza né del fatto che i fascicoli non andavano avanti.
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Come dire: “I buffoni sono serviti”.