In Sicilia 1.200 alloggi popolari da risanare

PALERMO – C’è un grande programma di recupero per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica da completare entro il 2020 per garantire l’occupazione delle abitazioni vuote e il risanamento di quelle in cattivo stato. In campo al momento c’è quasi mezzo miliardo che gli enti interessati possono utilizzare per finanziare le proprie politiche sulla casa. Una grande mano anche per l’edilizia in una Sicilia che ospita oltre un migliaio di abitazioni in cattivo stato e che potrebbe generare un giro d’affari pari a 50 milioni di euro. 
Secondo recenti stime, si aggira intorno al milione il numero di appartamenti censiti come alloggi popolari sul territorio nazionale e parte di questi ha necessità impellente di messa a norma degli impianti e di interventi di risanamento. La Legge di Stabilità 2016 ha fissato la priorità del recupero del patrimonio residenziale pubblico tramite interventi di ristrutturazione mirati e, in questo quadro normativo, il ministero delle Infrastrutture detiene un ruolo di indirizzo e coordinamento sulle politiche abitative. Con la collaborazione delle Regioni e delle amministrazioni locali, che hanno competenze dirette sulla casa, ha messo in campo molteplici strumenti per favorire l’accesso all’abitazione.
Le Regioni hanno indicato il numero e lo stato degli alloggi che necessitano di interventi. Il flusso dei dati ha permesso di fare il punto della situazione: ci sono 5.807 alloggi vuoti a causa di piccoli danni o problemi che ne compromettono l’abitabilità e altri 42mila alloggi si trovano in cattivo stato e necessitano di opere di risanamento e manutenzione straordinaria più importanti.
Il Mit ha quindi suddiviso in due elenchi gli alloggi censiti dalle Regioni, stabilendo in questo modo due tipologie di intervento. La prima riguarda il recupero degli alloggi vuoti “a causa di piccoli danni o problemi che però ne compromettono l’abitabilità – si riporta sul sito del ministero –, ai quali sono stati destinati finanziamenti fino a 15.000 € per intervento, da attuare con la massima urgenza”. Nel secondo capitolo, invece, rientrano il risanamento e la messa a norma degli “alloggi in cattivo stato per i quali si rende necessaria una manutenzione straordinaria più impegnativa e per ciascuno di questi è disponibile uno stanziamento fino a 50.000 €”.
Sulla base di queste premesse le Regioni hanno ricevuto 210 milioni di euro come prima blocco di pagamenti, mentre nel prossimo quadrimestre se ne prevedono altri 45 milioni. Due iniezioni finanziarie che assieme alle altre risorse stanziate raggiungerebbero, secondo stime del ministero, circa mezzo miliardo di euro destinato esclusivamente al recupero dell’edilizia residenziale pubblica. 
Il programma è scandito già a partire dal prossimo biennio: rendere disponibili i 5.807 alloggi vuoti entro la fine del 2016 e avviare i lavori di ristrutturazione per 20.769 alloggi in cattivo stato entro il 2017.
La Sicilia contribuisce con l’1,2% del totale nazionale alla quantità degli alloggi popolari da recuperare e attualmente non occupati. Si tratta di 71 appartamenti (record nazionale in Lombardia dove se ne trovano 1.176) e per 35 di questi (circa il 49%) sono già stati conclusi gli interventi di recupero. Si è ancora indietro, invece, sul fronte degli oltre 20mila alloggi in cattivo stato da completare entro il 2017. In questo caso siamo di fronte a 1.178 strutture siciliane, pari al 5,6% del totale nazionale, e nessun intervento ancora avviato. A livello nazionale l’avanzamento è fermo all’1,2%, che si traduce in 268 alloggi risanati principalmente in Friuli Venezia Giulia (117 su 252).