Alla Sicilia primato di reati nella Pubblica amministrazione

PALERMO – La Pubblica amministrazione siciliana si conferma, sede privilegiata dell’illegalità: con 2.136 casi, è la prima Regione d’Italia per reati commessi contro la stessa dal 2004 a 1° semestre 2009.
Il quadro dei reati emerge dalla relazione annuale del Servizio anticorruzione e trasparenza, redatta dal dipartimento del ministero della Funzione pubblica. Secondo il rapporto, si rileva un quadro a dir poco allarmante, sullo stato di salute della Pubblica amministrazione siciliana. La Sicilia è prima in graduatoria fra le Regioni per truffa (cioè quell’attività ingannatoria capace di indurre la parte offesa in errore attraverso artifici e raggiri per indurla a effettuare atti di disposizione patrimoniale che la danneggiano e favoriscono il truffatore o altri soggetti) e per abuso d’ufficio (attività in cui il pubblico ufficiale che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazioni di norme di legge o di regolamento, omette o si astiene in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, oppure intenzionalmente, procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale).
Nella Pubblica amministrazione siciliana, secondo il rapporto Saet, dal 2004 a metà 2009 sono stati registrati 878 casi di abuso d’ufficio e 853 di truffa. In entrambe le graduatorie, la Sicilia è prima. Ma il primato assoluto della Sicilia, nell’ambito dei delitti commessi contro la Pa è la risultante di altri reati in cui l’Isola “eccelle”. Infatti, nelle altre graduatorie parziali per reato la Sicilia è “ben piazzata”.
Seconda per corruzione in Italia (63 i casi registrati, preceduta dalla sola Lombardia 111 casi), cioè quell’attività illegale di un pubblico ufficiale che riceve, per sé o per altri, denaro od altre utilità che non gli sono dovute; terza per concussione, (81 i casi accertati, dopo Campania 88 e Lombardia 96), intendendo quell’attività illegale, volta nel farsi dare o nel farsi promettere denaro o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione.
La gravità in cui versa la Pubblica amministrazione siciliana non emerge solo da un quadro comparativo con le altre Regioni, ma anche dall’andamento dei reati nel tempo. Infatti, prendendo in esame gli ultimi tre anni (dal 2006 al 2009), si registra un incremento dei delitti contro la Pubblica amministrazione in Sicilia. E così che i casi d’abuso d’ufficio sono passati da 157 (2007) a 175 (2008), le frodi nelle pubbliche forniture sono passate da 15 (2007) a 21 (2008) con già 8 casi nel 2009; e l’istigazione alla corruzione è passata da 3 casi del 2007, agli 8 del 2008.
Il dato più rilevante emerge per quanto concerne le truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche: si è passati dai 17 casi censiti nel 2007 ai 154, fatti registrare nel 2008.
La proiezione per 2009 (54 casi accertati) è in flessione. Si mantengono su livelli stabili altri reati. Nel 2007, i casi di peculato nel 2007 sono stati 33, l’anno successivo 32. Proiezione per il 2009 sugli stessi livelli (16 i casi accertati).
L’illecito per concussione si è mantenuto stabile ( 15 casi nel 2007 e 14 nel 2008) con una proiezione per il 2009 in leggera diminuzione ( 6 casi attualmente registrati).
Il Servizio Saet è attivo dal 2 ottobre 2008, cioè da quando è stato istituito con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che di fatto ha cancellato l’ex Alto Commissario, precedentemente competente in materia.