PALERMO – Al via anche quest’anno i Corsi di educazione stradale, giunti alla 52^ edizione, che saranno svolti in quindici scuole cittadine di ogni ordine e grado dai componenti dell’Ufficio Scuola della Polizia municipale, commissario Rod Mollica e ispettrice Rosy Mazzamuto.
A presentare l’iniziativa sono stati il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alla Scuola, Barbara Evola, il comandante Vincenzo Messina oltre ad autorità civili e militari, dirigenti e docenti scolastici degli istituti sedi dei corsi, il comandante della Polizia stradale per la Sicilia Occidentale, Lorenzo Ragona, Giovanna Tamburello dell’Osservatorio permanente per la sicurezza stradale della Prefettura e ancora rappresentanti della Fondazione Cesare Sassi per le vittime della strada e quelli delle cinque associazioni di volontariato (Anps Polizia di Stato, Aopcs Attività operativa Protezione civile e sociale, Era European radioamateur association, associazione nazionale San Marco, Arcaverde) che in quest’anno scolastico cureranno l’assistenza negli orari di ingresso e uscita presso le scuole cittadine
“Il cambio culturale di Palermo – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – passa anche dai banchi di scuola, coinvolgendo i nostri ragazzi attraverso l’ormai storico lavoro della Polizia municipale con i corsi di educazione stradale. Quest’attività si deve considerare prioritaria per la crescita dei giovani studenti, che sicuramente saranno ancora una volta da esempio per i più grandi. Questi corsi sono una parte importante di quel più ampio lavoro che l’Amministrazione comunale sta portando avanti su più fronti affinché si riduca il triste fenomeno degli incidenti stradali e perché ognuno capisca che il rispetto delle regola della strada è un fattore di civiltà e rispetto della vita, ancor prima che un fattore di legalità”.
“Anche quest’anno – ha commentato il comandante Messina – facciamo grande affidamento sui ragazzi, assicurando la funzione educativa. Anche se le risorse sono sempre meno, si va avanti grazie alla forte sinergia realizzata con le scuole, la Prefettura, il Provveditorato agli studi, tutti impegnati nella stessa direzione con una piattaforma comune di intenti. Ci piace pensare di trasformare i giovani in grillo parlante, che spesso ricordano ai genitori il comportamento corretto alla guida rispettando le regole. Il nostro obiettivo principale è soprattutto inculcare il rispetto del prossimo e tutelare il valore della vita”.
L’assessore alla Scuola, Barbara Evola ha invece sottolineato il progetto della Città educativa, “un modello di lettura della funzione educativa della città fondato sulla prevenzione, sulla partecipazione e sulla protezione individuale e sociale all’interno di una comunità intesa come sistema complesso di relazioni tra cittadini, cittadine, istituzioni, enti che sappiano riconoscersi reciprocamente, ascoltarsi e costruire la capacità di lavorare insieme”.
L’assessore ha poi ribadito l’importanza del “ruolo degli adulti, che hanno la responsabilità in questa funzione educativa che può essere anche diseducativa. Per questo dobbiamo recuperare credibilità agli occhi dei ragazzi ed essere da esempio, perché ognuno di noi deve essere portatore di valori per realizzare insieme il cambiamento in una società dove non sia previsto nessun tipo di violenza e dove si possa recuperare il valore delle regole”.
Giovanna Tamburello, dell’Osservatorio permanente sulla sicurezza stradale della Prefettura, nel suo intervento ha ricordato che “l’attività dell’Osservatorio non si ferma al monitoraggio del settore ma anche all’iniziativa. L’anno scorso abbiamo realizzato la prima giornata per la sicurezza stradale, dove sono stati coinvolti tanti ragazzi sulla percezione del pericolo e come evitarlo. Insisteremo sul tema, per formare i giovani al rispetto della vita”.
Infine, Lorenzo Ragona, comandante della Polizia stradale per la Sicilia Occidentale, ha divulgato i dati sulle statistiche degli incidenti stradali, constatando che “il numero dei sinistri è in aumento nei centri urbani e una delle cause maggiori è la distrazione dovuta in maggior parte all’uso di telefonini, tablet e anche se è bene insistere sull’educazione e sulla formazione è necessario ricorrere anche alla repressione di comportamenti pericolosi che coinvolgono anche altre persone”.