La Regione siciliana capitola: il Cas non funziona

PALERMO – Deve essere stata una dolorosa presa di coscienza per il governatore isolano. Nel giugno del 2014 Rosario Crocetta spiegava che il “Cas è un’azienda che va bene” e non capiva  perché avrebbero dovuto “trasferire le funzioni all’Anas”. A distanza di due anni il clima è decisamente cambiato e lo dimostrano le affermazioni dei giorni scorsi di Giovanni Pistorio, assessore regionale alle Infrastrutture, che è intervenuto all’Ars per le comunicazioni in merito all’ipotesi di fusione tra Anas e Cas, un piano anticipato lo scorso luglio.
L’idea è di proseguire lungo le direttive già partorite in estate: unico soggetto per unica gestione e standard omogenei per le autostrade isolane. Il percorso, però, non sarà semplice. “Mettere insieme Anas e Cas è un atto politicamente rilevante – ha spiegato Pistorio –, servirà prima di tutto una norma del parlamento nazionale”. La prospettiva caldeggiata dall’assessore è quella di una società siciliana con sede nell’Isola e che “pagherà le tasse in Sicilia”. Una fusione che vedrà una governance affidata alla Regione e una gestione tecnica in mano all’Anas.
Del resto le problematiche del Consorzio sono sul tavolo ormai da parecchio tempo. Pistorio è stato molto chiaro: “il Cas non funziona, è un consorzio di enti pubblici: c’è la Regione ma ci sono comuni, Camere di Commercio, città Metropolitane e altro ancora”. Difficoltà che vengono ulteriormente complicata dal fatto che il Cas rappresenta “un’anomalia nel sistema di gestione delle autostrade: è un ente pubblico non economico e per questa sua natura ha difficoltà di accesso al credito, prevede procedure farraginose nella gestione amministrativa e della contabilità, per la gestione degli appalti e la progettazione e direzione dei lavori”.
Pistorio è tornato anche sul tema dei pedaggi, al centro delle polemiche degli ultimi mesi. Nessuna marcia indietro, ma qualche precisazione. “Consentiremo il pedaggio sulla Catania-Palermo e sulle altre autostrade dell’Anas che oggi in Sicilia non sono pedaggiate – ha spiegato –, ma dovranno esserci tariffe socialmente sostenibili”. Il ricavato dovrà essere dedicato “solo a nuovi investimenti per nuove tratte autostradali e per garantire gli adeguati standard nei servizi e nella sicurezza”.
Lo scorso luglio la versione era leggermente differente, visto che lo stesso Crocetta aveva spiegato che le nuove tariffe sarebbero arrivate soltanto con la rete autostradale completa e in particolare con la fine dei lavori sulla Siracusa-Gela (20 km in corso di realizzazione e 83 in programma sulla base di un progetto preliminare che ha individuato il tracciato) e la realizzazione della Gela-Mazara del Vallo. Attualmente i pedaggi nell’Isola si pagano soltanto sulle tratte gestite dal Cas: Catania-Messina e Messina-Buonfornello. Del resto, date le condizioni della rete autostradale isolana, sembrerebbe complicato chiedere pagamenti anche per tratte incomplete o dalla manutenzione pessima.
Proprio a proposito dei progetti da realizzare, Pistorio ha illustrato i punti fermi della Regione: la chiusura dell’anello autostradale di Trapani, il completamento della già citata Siracusa-Gela, l’ammodernamento della Catania-Palermo e la terza corsia sulla tangenziale di Catania.