Serve un’offerta turistica diversa, più attraente per la Sicilia se si vuole riprendere il suo mercato del turismo in Italia e all’estero.
Il problema è che per convertire questo trend servirebbero più servizi e migliori infrastrutture. Insomma, un obiettivo che si può raggiungere a medio e lungo termine. E nel frattempo cosa si può fare? Nell’Isola sembra che si stiano attrezzando i singoli Comuni nell’attesa di un futuro migliore fatto di investimenti mirati. Ad essere utilizzato un metodo assolutamente economico: il gemellaggio. Si stringono accordi con altri Comuni d’Italia e d’Europa, si promuovono visite guidate con la speranza di attivare quel necessario “passaparola” che sia in grado di pubblicizzare il territorio per le sue bellezze e peculiarità.
È stata l’Aiccre Sicilia, l’associazione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, a mettere in risalto l’utilizzo di questo metodo da parte degli enti locali siciliani. Ha infatti sottoposto un questionario ai sindaci siciliani (su 390 hanno risposto però soltanto in 132) ed è emerso che nell’Isola sono stati attivati ben 95 gemellaggi. Un numero notevolmente sostanzioso che finisce per mettere a nudo le difficoltà tutte siciliane di trovare offerte turistiche interessanti, utilizzando quindi processi che magari potrebbero essere più “rudimentali” ma sicuramente molto economici e anche abbastanza efficaci. L’Aiccre ha potuto notare che ai gemellaggi vengono attribuite particolari aspettative da parte dei Comuni.
Dal questionario sottoposto ai vari Comuni per le aspettative sono abbastanza variegate: per il 48 per cento degli enti i gemellaggi sono utili per la promozione turistica e culturale del territorio, per il 20 per cento per incentivare gli scambi culturali tra le scuole e per il 10 per cento per il sostegno e l’incremento delle attività produttive locali. “Non era mai stata realizzata una mappatura dei gemellaggi in Sicilia – sottolinea Fabio Roccuzzo, responsabile dei gemellaggi Aiccre –. Quello che è stato effettuato è uno studio che, se aggiornato di anno in anno, renderà possibile un costante monitoraggio e al tempo stesso offrirà una serie di dati importanti per tutti quelli che lavorano in campo universitario sugli scambi culturali tra comuni di Stati diversi dell’Unione europea”.
Dell’argomento si è discusso a Catania durante un incontro presieduto dal presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, nella doppia veste di presidente dell’Aiccre Sicilia, e al quale hanno preso parte il componente del direttivo regionale dell’Aiccre, Nello Musumeci, l’assessore alle Politiche sociali, Giuseppe Pagano, membro del direttivo nazionale, il segretario amministrativo regionale Tano Rabito e il segretario nazionale aggiunto Aiccre, Emilio Verrengia.
La mappa. La provincia di Catania è la più attiva
Nella sola provincia di Catania ci sono ben 17 gemellaggi in corso. Il numero più alto è costituito da quelli realizzati con la Francia che ne conta 26, segue la Spagna con 20, Malta (12), la Grecia (11) e la Germania (9). Nell’intero stivale, invece, pare che cresca l’interesse per i paesi dell’est, su tutti Polonia, Romania e Ungheria. E si registra un interesse crescente per la Croazia. “Uno studio come quello attuato – ha sottolineato Giuseppe Castiglione – permette la conoscenza di realtà diverse. Non solo, ma uno scambio di questo tipo permette lo sviluppo dell’economia turistica a vantaggio delle comunità coinvolte”. Di “ringiovanire” l’associazione e aggiornare parte dello statuto dell’Aiccre ha parlato Nello Musumeci: “Abbiamo il dovere di allacciare rapporti con popolazioni di diverse etnie, lingue e tradizioni, che costituiscono il tessuto connettivo dell’Europa per ottenere, seppur nelle diversità, obiettivi comuni”. “è necessario continuare il percorso verso l’Europa che non è stato ancora completato soprattutto dal Sud della Penisola che non riesce ad approfittare dei finanziamenti erogati dalla Unione Europea in materia”. Non a caso, secondo Bankitalia, prosegue il trend negativo del turismo i Sicilia: nel primo semestre del 2009 c’è stato un calo di arrivi e presenze, anche se inferiore rispetto all’anno precedente.