La delusione per Hillary Rodham è stata enorme. Come si usa dire in Vaticano: è entrata Papa, meglio Papessa, ed è uscita cardinale. Anche in questo caso vi sono parecchie spiegazioni a riguardo.
Le donne americane non le hanno perdonato il suo fair-play nei confronti del marito, ex 42° presidente degli Usa. Inoltre, lei appartiene all’apparato dentro cui è stata negli ultimi trent’anni, quindi prigioniera della tecnocrazia e della burocrazia governativa.
La mossa del capo dell’Fbi, James Comey, di aprire una inchiesta poco prima del voto sembrava fatta contro la Rodham; ma in effetti era a suo favore, nel momento in cui è stata archiviata proprio due giorni prima. Il che dimostra, appunto, come la candidata sia integrata nella burocrazia a Stelle e strisce.
Dunque, vi sono ragioni che spiegano la sconfitta della Rodham ed altre che spiegano la vittoria del miliardario newyorkese.
Trump è andato contro tutti: contro gli apparati, contro il suo partito. Persino il suo vice, Mike Pence, gli è andato contro, poi ritornato sui suoi passi. L’establishment, rappresentato dai maggiori quotidiani, come il New York Times e il Washington Post, hanno tifato per la candidata, ma essi non rappresentavano il popolo che si è regolato all’opposto.
I 319 milioni di cittadini americani costituiscono la più grande varietà etnica di un popolo ed hanno dato 289 delegati a Trump e 218 a Rodham. Di americani originali ormai ce ne sono pochi: la comunità più numerosa è quella ispanica. è perciò difficile intercettare il sentimento popolare così variegato. Ecco perché le campagne elettorali negli Usa spesso riservano sorprese.
Trump ha un grande vantaggio: quello di avere Senato e Camera a maggioranza repubblicana e di questo il suo Partito dovrebbe dargli merito. Questa circostanza si è verificata solo nel 1961 con l’elezione di Ike Eisenhower, il 34° presidente degli Stati Uniti. Quell’Eisenhower, popolarissimo, che comandò lo sbarco di Normandia (6 giugno 1944) e liberò l’Europa dal nefasto Nazismo.
Con Camera e Senato a suo favore, l’azione di Trump diverrà scorrevole, come difficoltosa è stata quella di Obama che, per evitare la tagliola parlamentare, emetteva decreti presidenziali, che non avevano valore di legge e quindi con una validità temporanea.
Trump ha detto che la prima azione economica riguarderà il miglioramento delle infrastrutture: questo è il vero asset per sviluppare ulteriormente l’economia americana