Laghi e invasi della Sicilia bocciati

PALERMO – L’Arpa Sicilia ha effettuato il monitoraggio dei corpi idrici dell’Isola così come previsto dalla direttiva quadro europea sulle acque (2000/60/Ce), che ne prevede la valutazione dello stato di qualità sulla base di parametri e indicatori ecologici, idrologici e chimico-fisici. La norma comunitaria impone, inoltre, che si raggiunga lo stato di qualità definito come “buono” entro il 2015, ma tutti “gli invasi monitorati – si legge nella relazione dell’Agenzia regionale –, non hanno raggiunto il buono stato entro il 2015, obiettivo finale della direttiva quadro europea”.
A fornirci le informazioni generali ci ha pensato il Piano di gestione delle Acque del distretto idrografico della Sicilia (Pdg), originariamente approvato nel 2010, e quindi aggiornato con 32 corpi idrici identificati. Tra questi, precisa l’Arpa, ce ne sono solo tre sono di origine naturale (Biviere di Cesarò, Biviere di Gela e lago di Pergusa), mentre tutti gli altri sono invasi artificiali, derivati dallo “sbarramento di corsi d’acqua per la costituzione di riserve idriche per gli approvvigionamenti potabili, per usi irrigui o per produzione di energia elettrica”. Nell’elenco dei 32 corpi idrici isolani ce ne sono ben 10 definiti a “rischio”, 14 “probabilmente a rischio”, 6 “non a rischio”, e 2 senza classificazione alcuna.
Il monitoraggio dell’agenzia regionale è distribuito in due porzioni, gli invasi monitorati dal 2011 al 2014 e quelli del 2015. Ce ne sono stati 8 monitorati dall’Agenzia regionale tra il 2011 e il 2014 con risultati tutt’altro che positivi. Lo stato ecologico (qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici) ha registrato tutti livelli di qualità “sufficiente”, quindi ancora un passo indietro rispetto alle richieste comunitarie. Lo stato chimico (presenza di sostanze pericolose inquinanti) ha visto tre “buono” per Biviere di Lentini, Diga Santa Rosalia e Poma, ma anche due “non buono” per invaso Sciaguana e invaso Trinità. Nel 2015 sono stati monitorati altri 3 invasi (Pozzillo, Nicoletti e Poma), che comunque non hanno fornito ottimi risultati. Lo stato ecologico, infatti, è rimasto fermo su “sufficiente” per tutti, mentre lo stato chimico ha visto un “buono” per Poma e l’assenza di risultati per gli altri due data la presenza di “parametri esigui per esprimere il giudizio”.
Il monitoraggio proseguirà ancora per raggiungere il 30% dei corpi idrici significativi nel 2017, in accordo con “quanto previsto nella convenzione siglata con il Dipartimento scque e rifiuti della Regione Sicilia per il monitoraggio della acque” che servirà per l’aggiornamento del Piano di gestione del Distretto idrografico della Sicilia. “Al 2015, alla luce della revisione della rete di monitoraggio prevista nel l’aggiornamento del Pdg – scrivono dall’Arpa –, sono stati monitorati il 25% dei corpi idrici”.
La direttiva di riferimento a livello comunitario resta la 2000/60/Ce, finalizzata alla protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione e delle acque costiere e sotterranee. Per gli Stati membri c’è l’obbligo di attuare le disposizioni “attraverso un processo di pianificazione strutturato in 3 cicli temporali: “2009-2015” (1° ciclo), 2015-2021 (2° ciclo) e 2021-2027 (3° ciclo), al termine di ciascuno dei quali, viene richiesta l’adozione di un Piano di Gestione” . La Regione siciliana ha redatto l’aggiornamento del Piano relativo al secondo ciclo di pianificazione (2015-2021).