In qualche altro caso, i Governi hanno scelto un’altra strada: fare un prelievo sulle pensioni d’oro, escluse ovviamente quelle dei politici. In questo caso la Corte costituzionale ha confermato la legittimità della legge.
La questione ha una valenza generale perché tutti coloro che continuano a percepire assegni pensionistici superiori ai contributi versati, ottengono un ingiusto arricchimento a carico della collettività.
Quindi le istituzioni politiche che volessero servire i principi di equità e giustizia dovrebbero eliminare indistintamente tutti i privilegi, chiamati Diritti acquisiti, ad eccezione di quei cittadini che percepiscono pensioni basse, mettiamo da 1.500 euro in giù.
Nessuna legge ordinaria potrebbe raggiungere questo risultato, ammesso che vi fosse la volontà del Parlamento di andare in questa direzione, perché la Corte costituzionale interverebbe giustamente per dichiararne l’illegittimità, anche per violazione del principio del Legittimo affidamento. Esso indica che il cittadino ha fatto un patto con lo Stato, che lo deve onorare, anche se sbagliato.
Si comprende che le prime vittime di questa iniziativa sarebbero parlamentari e consiglieri regionali. Siccome cane non mangia cane, riteniamo altamente improbabile che gli attuali parlamentari possano votare una legge contraria alla categoria sapendo che essi stessi sarebbero penalizzati quando sarà loro liquidato l’assegno pensionistico chiamato vitalizio.
Quando tutti dicono che la politica ha un costo, affermano la verità, perché la democrazia ha un costo. Ma esso deve essere proporzionato ai servigi che i politici rendono ai cittadini. Com’è possibile accettare ancora che ex presidenti di Camera e Senato, per ben dieci anni, continuino ad avere in dotazione uffici, personale, auto ed autisti? Sembra incredibile, eppure è così.
Si dice che Camera e Senato hanno bilanci autonomi, ove il Governo non può entrare, ma si dimentica che sono gli stessi parlamentari, esprimenti il governo, che potrebbero decidere di tagliarsi i privilegi in uno a tutti gli altri privilegiati.