Le frasi generiche consentono di dire contemporaneamente tutto e il suo contrario, di non assumere impegni né formali né sostanziali, di non rispondere dei propri comportamenti, positivi o negativi.
Vi sono stati grandi letterati che hanno scritto sull’ovvio. Uno di questi è Gustave Flaubert (1821-1880) che ha scritto a proposito di luoghi comuni il Dictionnaire des idées reçues. Andrebbe letto tutto per capire come la maggior parte dei dialoghi fra persone sono banali e privi di contenuto vero.
Molti parlano per sentito dire: una volta si usava la frase l’ha detto il giornale. Ciò aveva una ragione: i quotidiani erano scritti in modo approfondito, i giornalisti controllavano le notizie almeno da due fonti, scrivevano il retroscena, quasi in modo documentato, insomma erano fonti di verità.
Oggi non è più così perché la fonte della Verità sono le agenzie di stampa, i siti web e poi, la più approfondita è Wikipedia che sta facendo un danno alla cultura di dimensioni gigantesche. Circolano informazioni, ma non circola la conoscenza: l’ignoranza di ritorno aumenta ogni giorno.
Se l’insegnate di scuola o il professore universitario o qualunque interlocutore si portasse al livello del suo auditorio, verrebbe meno alla sua missione, che non è quella di abbassarsi, ma di elevarsi e trainare tutti coloro che partecipano a un corso, di qualunque genere, per saperne di più, per imparare un nuovo linguaggio e ad esprimersi in maniera più appropriata, così eliminando dai propri discorsi parole comuni, usate perché non si conoscono le altre adatte al senso di ciò che si vuole dire.
L’imitazione dei fratelli De Rege, fatta da Walter Chiari (1924-1991) e da Carlo Campanini (1906-1984), la sua spalla, partiva sempre con una frase lapidaria: “Vieni avanti, cretino!”. Chiari faceva il cretino, ma le cose che diceva, apparentemente in modo demenziale, erano una vibrante presa in giro dei cretini, di cui la madre è sempre gravida.
Purtroppo i cretini votano, per cui, per effetto della proprietà transitiva, anche i cretini vengono eletti: evviva la democrazia!