Non l’ha ancora scritto o detto nessuno: in questa vicenda elettorale del Renzi contro tutti, ovvero di tutti contro Renzi, vi è un dato che emerge nitidamente e cioè che il risultato è uguale a quello delle Europee del 2014. Allora Renzi ottenne un insperato 40,2%, oggi ha ottenuto il 40,2% dei voti.
L’accostamento non è casuale perché purtroppo gli elettori hanno votato pro o contro Renzi, non pro o contro la riforma costituzionale.
Quindi, il giovane toscano può contare nelle prossime elezioni politiche su un pacchetto di voti (quattro su dieci) che gli farebbero vincere le elezioni, accreditandolo definitivamente come leader e tacitando una volta per tutte le accuse che lui non sia passato attraverso il voto popolare.
Questa interpretazione dei fatti non sembri fantasiosa. Essa verrà verificata dai prossimi passaggi istituzionali che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, venuto al nostro forum nel 1999 da vicepresidente del Consiglio, saprà gestire con la sua saggezza e lungimiranza come ha dimostrato nel corso della sua lunga carriera professionale e politica.
Quando scriviamo questa nota non sappiamo che cosa avrà deciso il Capo dello Stato, perciò possiamo azzardare che egli rinvii Renzi alle Camere per la verifica se il suo governo abbia ancora o meno la maggioranza parlamentare.
Nella più antica democrazia del mondo, quella anglosassone, vige la regola che vi è una maggioranza e un’opposizione con la conseguenza dell’alternanza.
Nel mondo italico non è così perché spesso non si è capito quale parte politica fosse opposizione e quale maggioranza, con il vergognoso travasamento di parlamentari da un gruppo all’altro, dimentichi che quando sono stati eletti, il popolo aveva dato loro un mandato preciso. Ma, tant’è, finché è vigente l’articolo 67 della Costituzione, i parlamentari non hanno l’obbligo di mandato, quindi tacitamente possono transmigrare secondo le loro convenienze, anche personali.
Sarà dunque il Parlamento che deciderà chi debba governare l’Italia, sia per approvare entro venti giorni la Legge di Stabilità 2017, che per riformare l’Italicum soggetto al vaglio della Corte costituzionale, anche secondo l’accordo della maggioranza.
E poi, probabilmente, si aprirà la stagione delle elezioni politiche nel 2017: un chiarimento definitivo è indispensabile.