Chi è contrario a questa proposta? Forza Italia, la sinistra-sinistra, il Movimento di Grillo e alcuni cespugli del centro. Sono invece favorevoli sia la Lega che Fratelli d’Italia.
Si tratta di vedere se, anziché cominciare il solito bailamme contraddittorio, il gruppo dei proponenti riuscirà a formulare i due citati articoli sotto forma di Ddl e li depositerà alla Camera, per iniziare l’iter approvativo in tempi rapidi. Ovviamente, i tempi sono stabiliti dalla Conferenza dei capigruppo, che si riunisce sotto la presidenza del vertice camerale.
C’è chi obietta, nel caso di rapida approvazione della legge così formulata, possibilmente prima del 24 gennaio, che bisognerà ridisegnare i Collegi elettorali per le mutate condizioni demografiche delle varie zone del Paese. Nel 1993, occorsero circa sei mesi, ma oggi, con i moderni sistemi digitali e i software di elaborazione, la mappa dei Collegi può essere fatta in un mese.
Non ci sono più scuse per ritardare un appuntamento fondamentale, dando la parola al popolo, in modo da vedere le carte di chi afferma che il 59% dei “No” al referendum è contrario alla politica di riforme iniziata nel 2014.
Berlusconi vinse le elezioni del 1994 cogliendo il sentimento popolare di rivolta contro la Casta e l’apparato sfociato in Tangentopoli. Potè organizzare Forza Italia in tempi brevi perché utilizzò le sue strutture aziendali. Molti funzionari e dirigenti di Mediaset e Fininvest diventarono uomini politici, che pescarono nella cosiddetta società civile candidati che non pensavano lontanamente di diventare deputati o senatori. Ma un partito-azienda ha i propri limiti, perché non è capace di puntare agli interessi generali, in quanto quelli privati sono sempre presenti nella mente della propria guida.
In questi anni, è sorto un altro partito-azienda: il Movimento 5 stelle, al cui vertice c’è il comico Beppe Grillo, il quale nei suoi spettacoli ha sempre usato ironia per punzecchiare il Potere. Ma dietro di lui vi è l’azienda della Casaleggio-associati, che ha inventato sul piano organizzativo quel Movimento facendo un buon business.
Il figlio di Gianroberto, Davide, è degno del padre: un ottimo imprenditore che fa i propri affari, altro che far politica a servizio dei cittadini!