Priolo: bonifica non più rinviabile. I soldi “ci sono”, serve la strategia

SIRACUSA – Presso la Sala Borsellino di Palazzo Vermexio a Siracusa si è tenuta una conferenza sul tema “Il futuro dell’area industriale di Priolo”, organizzata dal Centro studi interdipartimentale “Territorio, sviluppo e ambiente” dell’Università degli Studi di Catania.
Sono intervenuti oltre al sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, la direttrice del Centro studi, Marisa Meli, il docente di Tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università etnea, Francesco Martinico e la ricercatrice del Cnr di Napoli, Gabriella Corona. Hanno preso la parola anche il direttore dell’Arpa (Agenzia regionale protezione dell’ambiente) di Siracusa, Gaetano Valastro, la dirigente della divisione Bonifiche e risanamento del ministero dell’Ambiente, Laura D’Aprile, l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Maurizio Croce, e l’ex presidente dell’Autorità portuale di Augusta, Aldo Garozzo.
“Gli stanziamenti per la bonifica dell’area industriale di Priolo – Melilli – Augusta ci sono – ha dichiarato Croce – ma è necessario vedere come doverli utilizzare e che tipo di bonifica attuare. Altro problema, di non secondaria importanza, è quello di cosa fare delle aree utilizzate attualmente dalle industrie una volta che queste prima o poi saranno riconvertite o dismesse. Sarà di fondamentale importanza l’operato delle Amministrazioni locali e di quella regionale che dovranno essere preparate dinnanzi a tale eventualità”.
“È necessaria una seria programmazione – ha proseguito l’assessore – altrimenti si corre il serio rischio di problemi non indifferenti di tipo sociale. Bisogna creare delle alternative per salvaguardare i livelli di occupazione. Non possiamo non negare che quest’area, densamente popolata, sia compromessa dal punto di vista ambientale”.
“Per l’area industriale di Priolo – ha  spiegato il responsabile regionale dell’Ambiente – bisognerebbe adottare il sistema che è si sta attuando nell’area industriale di Gela cercando di trasformare le industrie esistenti in impianti ecosostenibili”.
“Inoltre – ha concluso – è necessario che le industrie si facciano carico della sicurezza del territorio e per far ciò bisogna che vi siano maggiori controlli e sanzioni più pesanti per chi non si attenga alle norme vigenti di salvaguardia dell’ambiente. Proprio per questo stiamo cercando di potenziare gli organi di controllo, tra cui l’Arpa. Infine bisogna attuare le bonifiche per porre rimedio all’inquinamento degli ultimi decenni”.
Gaetano Valastro nel suo intervento ha sottolineato che “lo stato di salute del suolo, dell’aria e delle acque sotterranee dell’area industriale aretusea è abbastanza definito. L’aria percepita dalla collettività è di cattiva qualità”.
 
“La questione delle Aia (Autorizzazione impatto ambientale) – ha aggiunto Valastro – è importante. Bisogna prestare la massima attenzione soprattutto in questa fase di riesame che si sta svolgendo a Roma in questi giorni. Bisogna tener conto dell’applicazione delle nuove Bat (“Best available techniques”), cioè delle migliori tecniche disponibili, aggiornate dalla Comunità europea, tese ad evitare o a ridurre le emissioni e l’impatto di determinate attività produttive sull’ambiente. Si tratta delle migliori tecniche conosciute per migliorare l’efficienza ecologica dei cicli tecnici di produzione. Nell’ambito di questi riesami verranno date ulteriori indicazioni e prescrizioni relative ai processi produttivi per tendere ad un miglioramento della qualità ambientale della nostra area industriale”.