Nel vecchio continente, a parte la Germania – che avendo aumentato fortemente le esportazioni, sia all’interno del territorio europeo sia all’esterno, si è creata un surplus formidabile, riducendo la disoccupazione a un livello fisiologico poco superiore al 4% – tutti gli altri partner arrancano con estrema difficoltà, per la ragione inequivocabile che non hanno fatto per tempo le riforme necessarie a diminuire la lentezza dei processi di modernizzazione.
Lo scenario che si presenta nel 2017 può considerarsi post-crisi. Ora, quei Paesi che hanno governi capaci potranno sfruttare gli elementi favorevoli che si presenteranno.
Il primo fra essi è l’aumento dell’inflazione al 2%. Questo fatto avverrà perché la presidente della Federal reserve, Janet Yellen, ha già proceduto, nel 2016, a due aumenti del tasso ufficiale dello 0,25 cadauno e ha annunciato che nel corso del 2017 vi saranno ancora tre aumenti dello 0,25 cadauno. Cosicché, un dollaro forte, che sta raggiungendo la parità con l’Euro, attrarrà capitali perché verranno maggiormente remunerati, in uno al citato buon andamento della crescita di Pil e occupazione.
In questo quadro, la nostra povera Italia è presa dalle beghe di gruppuscoli e personagagi squallidi che tendono a mantenere i propri privilegi a danno della Collettività, con ciò impedendo le indispensabili riforme del sistema economico e di quello politico, nonché l’indispensabile necessità di ribaltare il funzionamento della Pubblica amministrazione da passivo in attivo.
Oggi la Pa è un peso enorme per l’economia italiana. Si dovrebbe trasformare in propulsore. Ma per far questo ci vuole un potere politico forte, onesto e capace: purtroppo, non c’è.
La demagogia e il populismo sono imperanti, giornali e televisioni reggono il moccolo ai propri interessi; dibattiti inutili e pesanti confondono le idee dei cittadini, i quali diventano sempre più ignoranti e perciò succubi di suggestioni che imbonitori, soprattutto politici, inviano attraverso il sistema mediatico, che non ha più lo scopo di informare, ma quello perverso di indirizzare.
E, per ultimo, il quadro desolante della nostra amata Sicilia, pessimamente condotta da chi non ha dignità e non sa cosa sia lo spirito di servizio