Pagamenti imprese, ritardi in calo ma in Sicilia servono ancora 81 giorni

CATANIA – Dopo anni di difficoltà, le imprese italiane sembrano registrare qualche segnale di ripresa. A mettere in evidenza questo aspetto è l’Osservatorio Cerved sui protesti e i pagamenti, che di recente ha diffuso i dati sulla puntualità delle imprese nei pagamenti e nell’emissione delle fatture.  
Secondo tale fonte, infatti, le società del Belpaese, nel secondo trimestre del 2016, hanno ridotto i giorni di ritardo nei pagamenti: le fatture sono state saldate in media in 73,1 giorni, cioè 1,1 giorni in meno rispetto allo stesso periodo del 2015, e addirittura 10 giorni in meno rispetto al picco osservato a fine 2012. Il ritardo, che un anno fa era di 16,4 giorni, adesso diventa di 15,4 giorni.
Di conseguenza si riduce anche il numero delle aziende protestate: tra aprile e giugno di quest’anno sono 10,4 mila le società cui è stato rivolto almeno un protesto, in calo del 22,7% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il Mezzogiorno ha registrato il calo più accentuato dei protesti (-25,3%), ma resta ancora l’area in cui il fenomeno è maggiormente diffuso. Nel periodo di riferimento, infatti, le aziende protestate al Sud sono state 4,3 mila, quasi la metà del totale. Segue il Centro, con circa 3 mila imprese protestate, il Nord-ovest (2 mila) e il Nord-est (1,1 mila).
La Sicilia si inserisce in maniera coerente in questo quadro che vede un Sud in ripresa, ma con ancora molta strada da fare. Nella nostra Isola il calo dei protesti, nel secondo trimestre del 2016, si attesta al 30%. In termini assoluti, le società cui è stato rivolto almeno un protesto sono sotto la soglia dei mille, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente si andava visibilmente al di sopra di tale soglia.
Ciò si verifica perchè anche in Sicilia si è registrata una riduzione dei ritardi nei pagamenti. Se nel primo trimestre dell’anno in corso le imprese siciliane hanno pagato con 29,2 giorni di ritardo, nel trimestre successivo i giorni di ritardo sono scesi a 27,8: in altre parole 1,4 giorni in meno. Questo significa che, se al Sud i termini concordati per i pagamenti si aggirano intorno ai 53 giorni, in Sicilia le imprese saldano nel giro di 81 giorni circa, contro gli 83 del trimestre precedente. Tuttavia, anche in questo caso, bisogna sottolineare che la nostra Isola, dopo il Lazio, resta comunque una realtà problematica, in cui ci sono i ritardi più accentuati. Le regioni più virtuose, invece, sono tutte allocate al Nord, dove non si va oltre i 15 giorni di ritardo nei pagamenti.
Ancora consistente è, inoltre, la percentuale di imprese in grave ritardo, che hanno superato i 60 giorni dalla scadenza concordata per il pagamento. Un aspetto, questo, alquanto preoccupante, poiché si tratta di situazioni che possono sfociare in veri e propri dafault. La nostra Isola detiene il primato, con il 13,3% di società in grave ritardo, seguita dalla Calabria in cui si concentra il 12,8% delle imprese in tali condizioni. In tutte le altre regioni si riscontrano quote inferiori al 10%.
Contestualizzando i dati e calandoli nella realtà siciliana si arriva, dunque, alla conclusione che i generali indizi di ripresa non vanno scambiati per un superamento definitivo della crisi e delle difficoltà. Molte imprese, infatti, permangono in uno stato di sofferenza e sono il chiaro segnale di un’economia perennemente in stallo.