Crocetta ignora la Corte dei Conti e blinda la Monterosso per 5 anni

PALERMO – Il primo atto di Rosario Crocetta da presidente della Regione appena insediato alla fine del 2012, oltre a quello di cancellare con un colpo di spugna l’ufficio stampa, fu quello di silurare i dirigenti generali senza rispettare i contratti e ora, uno alla volta, stanno arrivando a sentenza tutti i procedimenti per risarcimento del danno subito, con l’assegnazione di indennizzi che rischiano di essere milionari, ai dirigenti che ha voluto mandare a casa.
Uno degli ultimi atti della sua legislatura, sarà quello di blindare i dirigenti con “alto indice di gradimento”, con contratti che scadranno oltre il suo mandato (deliberati dalla giunta a 9 mesi dalla fine delle legislatura ma con incarichi fino al 2019). I beneficiari sarebbero cinque.
Si va dall’ex assessore Dario Cartabellotta a Fulvio Bellomo alle Infrastrutture, Vincenzo Falgares alla Programmazione, Gianni Silvia alla Formazione professionale e Giovanni Bologna ad Economia e Finanze. Bologna da febbraio assumerà ad interim la guida anche del secondo dipartimento dell’assessorato all’Economia.
Va, infatti, in pensione Salvatore Sammartano in ritardo di un anno, ma che l’assessore Alessandro Baccei aveva trattenuto per fare Bilancio e Finanziaria. Promozione invece per Dorotea Di Trapani, che diventa dirigente generale e assumerà la guida del dipartimento Risorse agricole e alimentari. Lapidario il deputato Ars cinquestelle Giancarlo Cancelleri: “Rinnovare i contratti oltre i confini della legislatura potrebbe essere operazione del tutto inutile”. “Crocetta -afferma Cancelleri – è liberissimo di fare quello che vuole, è ovvio, però, che la data di scadenza delle nomine, per quello che ci riguarda, se dovessimo vincere le elezioni, è puramente virtuale. Come virtuale è il recente prolungamento della nomina della dottoressa Monterosso a capo delle burocrazia regionale per altri 5 anni. Pensi a rimuovere la dottoressa Monterosso – prosegue Cancelleri – anziché a provvedere a regali per dirigenti amici che potrebbero dissolversi a stretto giro di posta”.
Spesso il Movimento Cinquestelle aveva chiesto di portare in Aula una mozione per discutere proprio della vicenda Monterosso, la super burocrate condannata dalla Corte dei Conti in via definitiva a versare 1,3 milioni di euro per i fondi extra budget concessi agli enti della Formazione professionale.
Inspiegabile il silenzio su questa vicenda del presidente, il quale aveva sempre detto che non avrebbe fatto sconti a nessuno. Alla fine l’ammissibilità della mozione è stata respinta, ai sensi dell’art. 160, comma 3, Regolamento interno dell’Ars (materia ritenuta estranea alla competenza dell’Assemblea).

R.P.