Leggi Ars, né qualità né quantità

Le riforme in Sicilia dovevano essere il cavallo di battaglia di Crocetta, ma le stesse gli si sono rivoltate contro.
Praticamente tutto l’apparato delle riforme affrontato in questa legislatura è stato letteralmente fatto fuori dalle impugnative del Consiglio dei Ministri o, peggio ancora, si è tradotto in empasse istituzionale. La scure di Roma si è abbattuta su appalti, elezioni, rifiuti, acqua ed istituzioni. Leggi peraltro non condivise trasversalmente da tutti i partiti, anche quelli dell’opposizione, con iter particolarmente farraginosi, la maggior parte delle volte rimbalzate nelle commissioni di merito per chiarimenti e aggiustamenti vari. Oggi, a qualche mese dal rinnovo dell’Ars, ci si ritrova al punto di partenza, senza aver adottato riforme nei principali settori in cui opera l’amministrazione pubblica. E sarà così che, stavolta con soli, si fa per dire, 70 deputati, si dovrà ricominciare daccapo.
 
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