SIRACUSA – Il mondo ha preso consapevolezza dei cambiamenti climatici causati dall’inquinamento, ma l’accordo sulle modalità con cui contrastarli è ancora tutto da definire. è il principale tema del quale il G8 Ambiente di Siracusa, che ieri (22 aprile “Giornata della Terra”) ha aperto i battenti, dovrà tenere conto, beninteso che questa è solo una tappa di avvicinamento ai successivi vertici di Washington e Copenaghen.
Fra speranze, proposte e soluzioni per costruire un percorso condiviso con cui contrastare il forte impatto ambientale che la civiltà umana produce ogni anno di più, i ministri dell’Ambiente e le organizzazioni non governative si confrontano sulle reciproche scelte e proposte politiche, per arrivare a una posizione congiunta da sottoscrivere nel documento finale. L’Italia, nella posizione del ministro Stefania Prestigiacomo, punta a una posizione d’equilibrio che consenta un progressivo raggiungimento della riduzione delle emissioni, non una svolta d’impegno radicale. “Diciamo no ai negazionisti – ha spiegato il ministro – che dicono che non esistono l’effetto serra e i cambiamenti climatici e diciamo no anche alle previsioni allarmistiche, come quella che tra 10 anni il Polo Nord si scioglierà”. Per Prestigiacomo, il futuro ambientale mondiale non potrà non risentire della congiuntura economica internazionale in atto. “La discussione sui cambiamenti climatici e sulle tecnologie non può ignorare il contesto dell’attuale crisi economica e finanziaria – ha aggiunto Prestigiacomo – poiché la sostenibilità ambientale dovrà puntare su investimenti in ricerca e sviluppo, incentivi fiscali e sussidi, finanziamenti”. Un futuro, quello delle politiche ambientali mondiali, che per il ministro dovrà essere necessariamente condiviso. Ed è questo il maggiore scoglio. Yvo De Boer, segretario esecutivo dell’Unfccc (convenzione sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite), ha detto chiaro e tondo che il contributo americano sarà determinante: “La posizione di Obama è essenziale per un accordo sui cambiamenti climatici”. Rispetto al precedente governo americano che non aveva assunto impegni sul protocollo di Kyoto, spiega de Boer, è “essenziale la posizione degli Usa sui cambiamenti climatici: il ruolo della nuova amministrazione è importante. Un accordo sui cambiamenti climatici – ha continuato – senza gli Stati Uniti è inutile”.
Se a Siracusa si dibatte sul come operare congiuntamente, altrove, si firmano affari in nome di un mondo più pulito. E così che giunge, anche al Castello Maniace, la notizia che l’Enel ha firmato con l’Australia l’adesione agli aspetti globali del Ccs, il processo tecnologico di cattura del biossido di carbonio (o anidride carbonica) contenuto nei fumi generati dai processi di combustione. Come spesso accade, le società che devono produrre utili riescono a muoversi più in fretta degli Stati. Ma andando avanti così, il capitale umano rischia la catastrofe.