Bio-energia dalle aree protette. Sperimentazione nelle Madonie

“Nel Parco delle Madonie verrà sviluppato il primo progetto pilota, finanziato dall’UE, sull’impiego delle biomasse come fonti energetiche rinnovabili nelle aree naturali protette che vede la Sicilia come regione capofila di una partnership tra Italia, Spagna, Slovenia e Croazia”.
 
Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici. Con il progetto “Forbioenergy”, la Regione punta su filiera corta e tracciabilità delle biomasse. Il budget complessivo ammonta è di circa due milioni di euro, mentre quello assegnato alla Sicilia è di poco superiore a 300 mila euro. Abbiamo intervistato l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici.
Assessore, in cosa consiste il progetto?
“La maggior parte delle aree forestali europee sono incluse nelle aree protette (aree della Rete natura 2.000, Parchi e Riserve naturali) e rappresentano una grande opportunità per la produzione di energia da fonti rinnovabili utilizzando la  biomassa forestale. ForBioEnergy scommette sullo sviluppo sostenibile territoriale e sullo sviluppo sostenibile delle aree rurali, utilizzando la biomassa forestale delle aree protette come forza motrice. Ma proprio nelle aree protette gli attuali vincoli normativi, come pure la mancanza di piani di gestione adeguati, impediscono e rallentano l’utilizzo della biomassa forestale”.
Quali sono i risultati che intendete raggiungere?
“L’obiettivo di questo progetto è quello di promuovere la produzione di bio-energia nelle aree protette, fornendo soluzioni transnazionali per ridurre le barriere di carattere normativo e procedurale che ostacolano una corretta pianificazione, nonché mettere a punto un modello replicabile di filiera bosco-legno-energia che consenta di utilizzare appieno il potenziale della biomassa e allo stesso tempo di preservare la biodiversità delle aree naturali. Il Parco delle Madonie, il quale ricomprende anche aree della rete Natura 2000, è stato individuato come area di ‘testing’, nella quale dovranno essere  quindi individuati, analizzati e valutati tutti gli effetti positivi e negativi dell’estrazione della biomassa, al fine di produrre un modello di filiera che garantisca la sostenibilità assoluta dei prelievi e la salvaguardia del territorio e della biodiversità. Altre tre aree di ‘testing’ sono state individuate nelle aree protette dei Paesi UE partner: Spagna, Slovenia e Croazia”.
Quando  tempo durerà la sperimentazione?
“Per lo sviluppo del modello replicabile della filiera bosco-legno energia sono previsti due anni e mezzo di lavoro. Ma dopo la chiusura del Progetto sarà continuato il monitoraggio delle aree di testing”.
Quali e quante professionalità verranno impiegate?
“Il partenariato, nel rispetto delle severe regole del Programma europeo interreg MED 2016-2020 che ha finanziato il Progetto, è costituito da enti pubblici gestori di aree protette, da istituti di ricerca pubblici e privati e  dalla Camera di commercio, industria, servizi e pesca di Valencia (Spagna). Nell’ambito dell’intero partenariato europeo, per quanto concerne l’implementazione delle azioni di carattere tecnico e scientifico, saranno almeno 40 i ricercatori e i professionisti del campo forestale ed ambientale impegnati. Per quanto riguarda lo staff per la gestione ed il coordinamento delle azioni del progetto e delle attività amministrative e di supporto logistico saranno impegnate nei lavori circa 30 unità. Per queste ultime attività la Regione siciliana impegnerà, senza alcun costo aggiuntivo, il proprio personale del ruolo dirigenziale e di comparto: un dirigente e otto funzionari del Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale”.