MESSINA – Le casse dell’Ente piangono, alcuni servizi sono stati azzerati per fare fronte al rispetto del Patto di Stabilità, ma i soldi per pagare i premi di produttività ai dirigenti della Provincia regionale di Messina non mancano. La cifra in questione ammonta a 695.334,64 euro, di cui 529 mila per il 2009 e la restante parte per gli arretrati. Il provvedimento amministrativo con il quale Palazzo dei Leoni ha previsto la liquidazione del premio non è però passato inosservato, scatenando le reazioni del Partito Democratico, del Movimento per l’Autonomia, di Gioventù della Libertà e di Rifondazione Comunista.
“Con premi di risultato così alti – si legge nella nota diffusa dai partiti – ci si dovrebbe trovare di fronte ad un Ente che funziona alla perfezione, dà risposte concrete alle comunità ed al territorio, e soprattutto rende la Provincia di Messina, una delle realtà tra le più apprezzate per i servizi e per i risultati che consegue, e non invece così come viene costantemente certificato da varie analisi, una delle ultime nelle tante graduatorie in merito”.
Serpeggia il sospetto di essere di fronte ad un tacito accordo tra la politica e la burocrazia dell’Ente, per il quale la politica fa finta di non vedere e non sentire, facendo liquidare ingenti somme, senza le doverose e scrupolose verifiche del raggiungimento degli obiettivi, in cambio del più totale asservimento degli stessi ai voleri della politica. “Questo – afferma il consigliere provinciale del PD, Pippo Rao, significherebbe privare l’indipendenza, la trasparenza e l’imparzialità nell’azione amministrativa, con ruoli, compiti e responsabilità totalmente distinti tra il potere politico e quello gestionale burocratico e amministrativo”. Al danno si aggiunge la beffa, poiché il Nucleo di valutazione dell’Ente, cioè l’organo di controllo, è gestito e composto anche da alcuni dirigenti, coloro che di fatto dovrebbero essere giudicati per la loro attività.
“La richiesta di andare in fondo alla vicenda – concludono PD, MPA, GDL e RC – è oramai esigenza imprescindibile per ricreare condizioni che portino il Consiglio Provinciale a ritornare a lavorare nella consapevolezza di vedersi rispettato nel proprio ruolo di controllo”. I gruppi consiliari non prenderanno parte ai lavori del Consiglio, fintanto che l’amministrazione non darà conto dell’ingente somma da devolvere ai dirigenti, degli obiettivi raggiunti e dei controlli fatti.
Gestione. Altri sprechi su cui fare luce
MESSINA – Mentre si discute dei generosi premi ai dirigenti, la memoria del consigliere Rao va a fatti più o meno recenti che hanno mostrato incapacità gestionale.
Dall’abbandono di fiumi di materiale cartaceo riguardante la storia amministrativa di Messina, l’ospedale Mandalari, l’ospizio Cappellini, il tiro a segno di Barcellona, (registri di protocollo, progetti di immobili e planimetrie di edifici della Messina pre-terremoto), finiti senza controllo al macero o in vendita nei mercatini messinesi, allo sperpero di danaro pubblico per l’attivazione dei Centri per l’impiego sul territorio messinese, mai recepiti dal Governo Regionale; alle colpe per l’ inutilizzo e l’affondamento della storica nave messinese Cariddi; agli acquisti sbagliati degli appartamenti di via Fazzello a Taormina, inutilizzati perché non idonei ad uso pubblico; alle responsabilità di coloro che hanno permesso che le canalette di deflusso delle acque piovane, nelle strade provinciali, venissero seppellite dall’asfalto durante i vari presunti interventi di messa in sicurezza.