A completare il quartetto degli avversari di Renzi, vi è l’attuale presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che non tollera l’ex premier: nemo profeta in Patria. Ma i quattro avversari, nel pieno rispetto della loro linea politica e della loro ideologia, non dovrebbero pensare di uscire dal perimetro del proprio partito, restarvi dentro seppur facendo opposizione.
Però, ormai tutti l’hanno capito: non è questione di linea politica, ma questione personale e questo non è consentito nell’ambito di un dibattito democratico. Non sappiamo quanti seguiranno i quattro moschettieri della scissione, ma sappiamo che un chiarimento definitivo è utile all’intero scenario politico.
Siamo alle solite: le discussioni sulle persone e non sulle cose da fare e sul come farle. Non è detto che tutti debbano trovare concordia sugli obiettivi e sul modo per raggiungerli, ma la democrazia imporrebbe che dopo le discussioni si arrivasse a un voto e si adottassero le decisioni prese da una maggioranza eletta.
Crediamo invece che la democrazia si sia persa per strada in questo acceso scontro fra i Quattro e Renzi.
Resta difficile la situazione istituzionale in quanto il governo Gentiloni Silveri ha una maggioranza sbrindellata, che dovrà sostenerlo provvedimento per provvedimento. Non sappiamo come si regoleranno i transfughi e i loro seguaci, se coveranno propositi di vendetta che, non potendo riversare sull’ex segretario (dimessosi domenica 19 febbraio), forse cercheranno di colpire il presidente del Consiglio.
La situazione è ancora più difficile in campo internazionale perché, mentre tutto ciò accade, il bravo ministro Giancarlo Padoan è alle prese con la Commissione europea per dirimere la questione di sforamento dello 0,1-0,2% del deficit 2017.
Ancora più problematica sarà la posizione del Governo quando ospiterà a Taormina il G7 dal 26 al 27 maggio. E poi vi saranno le elezioni amministrative di giugno che costituiranno una cartina di tornasole nello scenario politico.
Mala tempora currunt, sostenevano Cicerone (106 a.C.- 43 a.C.), il quale ricordava anche che “Spendere il denaro dello Stato contro l’interesse pubblico è criminale come rubarlo”. Ma i criminali sono a piede libero!