Formazione, caos in Sicilia. Poca trasparenza nei bandi

PALERMO – Nulla di nuovo sotto il sole per il mondo della formazione professionale in Sicilia. Se già alla pubblicazione della graduatoria provvisoria e poi definitiva dei progetti ammessi a finanziamento dall’Avviso 8 era evidente come buona parte del personale, che da anni lavora nel settore, era stato tagliato fuori, gli sviluppi successivi confermano come questa fosse una intenzione effettiva, e non solo il risultato della valutazione “oggettiva” dei progetti presentati.
La nuova fase in cui ci si trova adesso è quella del reclutamento del personale da parte degli enti che hanno avuto esito favorevole e sono stati ammessi utilmente in graduatoria. Enti che, in buona parte, mancano dei lavoratori necessari allo svolgimento delle attività, mentre il personale degli enti storici è costretto a rimanere a guardare, con poche armi in mano se non la denuncia. E questo sta facendo l’Usb, Unione Sindacale di Base. Dalla semplice consultazione del sito istituzionale della Regione Siciliana, nelle pagine del dipartimento della Formazione Professionale, viene fuori, infatti, una assoluta mancanza di trasparenza nella gestione del reclutamento del personale.
Fase delicatissima, per la quale il governo regionale e l’assessore al ramo, Bruno Marziano, si erano fatti da garante per permettere a più lavoratori possibili, provenienti dall’Albo, di rientrare nel mondo del lavoro, dopo mesi di attesa.
I lavoratori stessi, consultando il sito della Regione, si sono trovati di fronte alla pubblicazione di bandi scaduti, o emessi il venerdì con scadenza il lunedì. Ancora, per alcune province i Centri per l’Impiego non pubblicano alcun bando di lavoro nonostante nei bandi venga trascritto. Tutto ciò, allo scopo neppure troppo nascosto di assumere personale non riconducibile all’albo degli ‘Operatori della Formazione Professionale’. “Abbiamo iniziato una mobilitazione sotto il palazzo dell’Assemblea regionale siciliana – dicono in un comunicato stampa i rappresentanti dell’Usb – per parlare con tutti i politici che vogliono veramente che questo massacro ai danni dei lavoratori della Formazione professionale finisca, visto che ancora i rappresentanti di questo Governo, con a capo Rosario Crocetta, continuano a parlare di giustizia e legalità, mentre…”.
Una scelta di ricerca di una strada percorribile e sostenibile, che porti a fare emergere le reali intenzioni della politica, che proclama di voler risolvere problemi e invece continua a trattare i lavoratori come bacino elettorale da sfruttare. “Per quanto sopra – prosegue il comunicato dell’Usb – noi come sindacato vicino ai lavoratori chiediamo che la legge regionale numero 24 del 1976 venga applicata anche per tutelare i lavoratori, visto che non significa nulla il fatto che i finanziamenti sono europei e quindi la legge non può essere applicata”; legge che “non può essere usata solo per uscire dal cilindro magico Avvisi che, oltre a non garantire i lavoratori, non trovano nemmeno l’avvio dei corsi provocando una dispersione scolastica che non ha precedenti”.
Risvolti spesso sottovalutati ma da tenere invece in considerazione, visto che i rallentamenti nello svolgimento dei corsi ne vanificano anche l’utilità. “Noi chiediamo di essere ascoltati – conclude il comunicato – per bloccare questo gioco al massacro da parte di un Governo che sembra quasi che viva in un mondo parallelo a quelli che sono veramente i problemi gravi dei lavoratori”.