La notizia ferale è che le informazioni sono sempre declinanti, perché non si vede un’inversione a U che consenta di riprendere la salita verso un minimo di qualità, oggi sempre meno diffusa.
La distorsione dell’informazione ha effetto sul buon andamento della Comunità, perché indirizza il consenso politico, ma anche lo scontento per numerose questioni che non funzionano nel nostro Paese. C’è di più. Essa è detenuta e controllata da gruppi di potere economici, finanziari e imprenditoriali, nonché, nel caso della Rai, dai governi e dalle maggioranze che si susseguono e che, di volta in volta, in base a uno spoil system non previsto, cambiano la dirigenza in modo da contare su un supporto mediatico rispetto alla propria attività.
è vero che esiste la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la Vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ma è anche vero che non ha poteri di indirizzo, con la conseguenza che può intervenire su limitate questioni che influenzano poco l’informazione.
Vi è anche l’Autorità per le garanzie nella comunicazioni (Agcom), ma anch’essa può intervenire solo su questioni formali e non di sostanza.
Le falsità mediatiche fanno un danno incredibile, proprio perché, come si scriveva, non rendono intelligibili le circostanze in tutti i loro aspetti, secondo principi di verità e di giustizia. Ed è proprio contando sull’ignoranza generale, in continuo progresso che viene alimentato questo perverso meccanismo a pro di chi lo attiva e lo attua.
C’è un modo per contrastare il peggioramento della qualità e della verità dell’informazione? Sicuramente. Non tanto per una revisione critica di chi abbia interesse a diffondere informazioni tendenziose o false, quanto per chi si presta a comunicarle all’opinione pubblica.
Non sono solo alcuni giornalisti che fanno falsa informazione. Ora vi è una novella schiera di intrattenitori radio-televisivi, di gente che parla e straparla, spesso senza sapere ciò che dice, ma peggio, sapendo di dire cose che non corrispondono al vero.
Tutto questo non è rettificabile con l’intervento repressivo della magistratura, ma sono gli stessi cittadini che, quando sentono odore di zolfo, devono sforzarsi di capire meglio ciò che sentono indipendentemente da chi invia messaggi. Così si è veri cittadini!