Rifiuti: “Un sistema costruito sull’urgenza”

TRECASTAGNI (CT) -Un tema molto sentito per chi ha a cuore la difesa dell’ambiente e il rispetto del territorio è sicuramente quello della gestione dei rifiuti, che in Sicilia è sempre stata fallimentare.
Su questo tema l’associazione Etnaviva di Trecastagni ha organizzato un incontro con Pasquale Nania, ex funzionario regionale ed autore del libro-dossier “La gestione dei rifiuti urbani in Sicilia”. La pubblicazione si prefigge di fornire un quadro di conoscenze completo sulla gestione dei rifiuti urbani in Sicilia dagli anni ottanta ad oggi, mediante dati, report ed analisi sui fattori produttivi ed economici, sugli atti programmatici e normativi, sul regime delle autorizzazioni e sul sistema dei controlli.
“L’aspetto che ormai non può essere sottovalutato – ha esordito Nania – è l’utilizzo dei rifiuti come risorsa economica in quanto consentono di ridurre lo spreco di risorse naturali. Basti pensare che con una tonnellata di carta riciclata si risparmiano quindici alberi, circa cinquemila litri di acqua e circa settemila Kwh di energia elettrica. Il problema non è soltanto, quindi, la pulizia e il decoro dell’ambiente che ci circonda ma anche il recupero di risorse energetiche per la collettività”.
“Con il tempo – ha continuato – si è passati da una cultura in cui il rifiuto andava semplicemente smaltito ad una gestione in cui va considerato rifiuto il minimo indispensabile, mentre la restante parte va recuperata o per produrre energia o per realizzare nuovi oggetti. Questo cambiamento culturale, ahimè, non ha caratterizzato la Sicilia visto che a distanza di trent’anni continua ad esserci un sistema di gestione costruito sull’urgenza. L’avvicendarsi di procedure provvisorie ed urgenti ha fatto dell’emergenza una caratteristica endemica del sistema di gestione dei rifiuti, diventando causa principale del fallimento del modello siciliano. Gli effetti di questo tipo di gestione si sono manifestati sia sotto il profilo ambientale che quello economico, in particolare la Sicilia è diventata palcoscenico di intrecci tra politica e mafia. Quest’ultimi sono stati documentati grazie alle indagini della Magistratura contabile, delle Procure e delle Commissioni Parlamentari d’inchiesta”.
“L’assuefazione di molti siciliani, che non pensano possa esistere un sistema diverso da quello attuale per gestire i rifiuti – ha concluso – rischia di costituire la conseguenza più grave e pericolosa di una crisi che dura ormai da decenni. Cambiare, però, è possibile con la sola precondizione di assicurare a tutti i livelli un contrasto intransigente alle collusioni politiche, affaristiche e criminali. è poi fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini che devono impegnarsi a fare una giusta differenziazione dei rifiuti. In questo modo riducendo i rifiuti alla fonte e recuperando materia ed energia, si potranno avere delle condizioni migliori per tutelare la salute e proteggere l’ambiente per contribuire alla diminuzione del consumo di materie prime e creare opportunità di sviluppo e di lavoro”.