In questo quadro, sorprende fortemente come i dirigenti responsabili di tali “furbetti” non siano stati messi in galera. Probabilmente, perché la “culpa in vigilando” non costituisce reato ma solo illecito civile o amministrativo.
In ogni caso, è incomprensibile e inconcepibile che vi siano dirigenti così ottusi da non sapere che pezzi dei propri dipendenti non vanno a lavorare. Forse essi stessi hanno coperto i comportamenti delittuosi perché anche loro non erano ligi al proprio dovere.
Si tratta di gentaglia che getta discredito su tutti i pubblici dipendenti, mentre una gran parte di essi, come gran parte dei dirigenti, è formata da persone perbene, oneste e capaci, ma che hanno tuttavia una colpa: non denunciare al proprio datore di lavoro e alla magistratura i loro colleghi che li infangano. Accettare di essere coperti di melma, pur essendo persone perbene, non è un comportamento da cittadini perbene.
La grave crisi che ha colpito il nostro Paese e l’enorme difficoltà per risalire la corrente non consentono più a nessun cittadino perbene di girare la testa dall’altra parte, facendo finta di non vedere.
Infatti, le iniziative governative, le leggi del Parlamento in materia di sviluppo e di lotta alla disoccupazione hanno una lentezza non presente in quasi nessun Paese avanzato, con un danneggiamento sia all’economia che al vivere sociale che non ha eguali in Germania, Svezia, Regno Unito o Usa.
Da una legge delega ai decreti attuativi passano anni. Dall’applicazione dei decreti attuativi ai risultati passano anni e in tutto questo tempo il tessuto sociale si disgrega, il malcontento aumenta, il disgusto per i politicanti non ha più limiti. Cosicché impera il popululismo, dilagano i social alimentati da movimenti che hanno l’interesse al mantenimento del disordine perché vivono sulla protesta, incapaci di diventare protagonisti della proposta.
Si dice che dalla buona politica discenda la buona burocrazia e il buon andamento della Cosa pubblica. Non controllare e inquadrare la pubblica amministrazione è un modo, forse voluto, perché la politica non possa esplicare i propri effetti benefici.