In questo clima di perenne campagna elettorale non c’è neanche la prospettiva che dalla prossima tornata elettorale Governo e maggioranza vengano indicati dagli elettori. Si prospetta invece, un Parlamento analogo a quello che vi è stato tra il 1948 e il 1992, quando veniva eletto un governo all’anno, alcuni dei quali denominati balneari perché duravano da giugno a ottobre.
Se questo scenario dovesse realizzarsi – perché il Parlamento non è in condizione di modificare le due leggi elettorali esistenti (una per il Senato e una per la Camera) verso il principio della governabilità stabile per tutta la legislatura – sarebbe un disastro, perché vi sarebbe la costrizione di formare ampie maggioranze ove anche il singolo deputato ha poteri di ricatto.
Ci auguriamo che col chiarimento che avverrà all’interno del Partito democratico – che è il primo partito in atto al di là dei sondaggi – l’elezione di un segretario dalla base, in modo da togliere ogni alibi, e un disegno di legge di modifica delle due leggi elettorali esistenti, si arrivi a sottoporre al popolo chi debba governare e non un rassemblement.
L’assegno di povertà, doveroso a chi è effettivamente povero, trova un limite nella estesa corruzione: proprio in questi giorni sono emersi invalidi che non lo erano, ovvero invalidi parziali risultanti invalidi totali con relativi assegni per gli accompagnatori, oppure invalidi morti non segnalati agli enti previdenziali che hanno continuato a erogare gli assegni. Dalle inchieste delle Procure e delle Forze dell’ordine risultano inoltre assegni pagati ai parenti degli invalidi già morti. E via enumerando.
Poi c’è l’imbroglio dei certificati Isee che determinano lo stato di povertà totale o parziale. Anche in questo caso alcuni cittadini hanno avuto facilitazioni finanziarie e fiscali cui non avevano diritto.
Il quadro che delineamo fa emergere ancora una volta con precisione l’inefficienza della pubblica amministrazione. In conseguenza della quale una parte del welfare si è tradotto in privilegi, cioè sostegni a chi non ne aveva diritto.
Welfare sacrosanto, ma privilegi da tagliare con l’accetta. a chi ne abusa.