La poesia, quel potente strumento per studiare la complessità umana

Raccogliere la viva testimonianza di un poeta contemporaneo rende pregnante l’accostamento all’arte della poesia, arte antichissima che attraverso sensazioni, emozioni, pensieri e suggestioni esprime il senso universale del vivere umano. Incontrarsi in un pomeriggio di fine inverno, per parlare di poesia è indice di quanto sia forte il bisogno di una Parola che scandagli l’Io e la complessità dell’umana esistenza.
Viviamo in un mondo caratterizzato dal frastuono del dire, del parlare concitato, della comunicazione, a volte violenta o non veritiera, ed è per questo che sentiamo la necessità di riappropriarci del potere della Parola, per affrancarla da ogni mediocrità e ovvietà. Sentiamo il bisogno di riacquistare la leggerezza, la bellezza e l’autenticità del dire per fare migliore il nostro vivere.
Si fa sempre più esplicita l’istanza, tutta contemporanea, del volerci riappropriare del rapporto tra il silenzio e la Parola. Il silenzio inteso come luogo del contatto con la propria interiorità profonda e del dialogo con l’altro. Proprio le Parole essenziali evocano i silenzi interiori, da cui nasce creativamente la parola poetica, che può aprire orizzonti diversi rispetto alla spersonalizzazione del pensiero unico e alla demolizione delle libertà individuali.
La genesi della creazione artistica affida ai versi visioni e angosce del vivere e del morire. La parola poetica rimanda al sommovimento delle immagini inconsce, che rivelano sentimenti, dolori, sconfitte, ma evoca anche il mondo dei sogni diurni, che diventano passioni, desideri, ispirazioni che anelano all’incessante ricerca del significato dell’esistere. È proprio in questa continua ricerca che l’Io si manifesta come memoria, presenza ed attesa. È la dimensione della coscienza umana, che si dispiega tra il rimpianto e il ricordo, l’inerzia del vivere e la vitalità del presente, la disillusione e la speranza.
In questa visione, la poesia non può essere riservata solo a una ristretta cerchia di cultori, ma va offerta anche ai giovani. Oggi è ancora possibile far accostare gli adolescenti al linguaggio poetico, in quanto esso è espressione di una profonda esperienza creativa. L’immaginazione stimola le risorse interiori e, inventando mondi possibili, educa la mente a non rimanere schiava di se stessa.
Nel gioco dell’ispirazione il pensiero di ciascuno di noi, giovane o meno giovane, può convergere o divergere verso mete ed intuizioni più o meno condivise, ma non può sottrarsi a cogliere l’essenza del divenire umano che si dispiega nella potenza della Parola.