Per quanto precede, ho ritenuto indirizzare il forum con Susanna Camusso, capo della Cgil, pubblicato all’interno, sulle questioni strutturali e non sulle vicende contingenti come referendum, disoccupazione oscillante, carenze dei Governi e via enumerando.
Camusso ha subito centrato la questione dello sviluppo nella forte contrazione degli investimenti pubblici, che rappresentano una delle leve per fare muovere l’economia. La cattiva politica, incapace di contrarre la spesa pubblica corrente, cioè quella cattiva, quando non riesce a far quadrare i conti, taglia la spesa per investimenti. Cosicché il Paese continua a vivere in una condizione di scarsa infrastrutturazione, soprattutto al Sud, ove il relativo indice è un terzo di quello della media nazionale.
Al Nord, gli investimenti privati sono diminuiti, perché vi è stato il cosiddetto fenomeno di finanziarizzazione dell’economia: le imprese, anziché rinnovare le proprie strutture, inserendo dosi massicce di innovazione, hanno dirottato gli investimenti verso la finanza, rallentando il processo di crescita. Non vi è, in atto, un’inversione di questa tendenza.
I servizi pubblici sono misurabili, secondo Camusso, e dalla loro qualità dovrebbe dipendere la valutazione dei dirigenti. Se mancano parametri di riferimento diventa quasi impossibile valutare la qualità e la quantità dei medesimi servizi.
Altro argomento ha riguardato l’utilizzo dei Fondi europei e statali, che dovrebbero costituire linfa vitale per l’economia, perché sono risorse notevoli. Solo la Sicilia, per il Programma operativo 2014/2020 ha a disposizione 12/14 miliardi di Fondi europei, statali e regionali. In questi primi tre anni, però, non ha speso quasi nulla.
Da quanto precede, si rileva una modernità nel pensiero del sindacato, che francamente non ci aspettavamo. Camusso ha espresso intendimenti riformisti, più avanzati di quelli del Governo, che si autodefinisce riformista.
Si tratta di verificare se i comportamenti e le azioni politico-sindacali saranno conformi agli intendimenti, o meno.