PALERMO – Uniformare i costi di beni e servizi sostenuti in tutta Italia, prendendo come riferimento gli Enti più efficienti in modo da eliminare gli sprechi che per decenni hanno contraddistinto la Pubblica amministrazione italiana.
Questo il nobile obiettivo di costi e fabbisogni standard, che il Governo nazionale ha iniziato a introdurre con la Legge 42/2009 e il successivo Decreto legislativo 216/2010.
A livello nazionale, le cose non stanno procedendo in modo rapido, ma peggio ancora ha fatto la Sicilia, che per sette anni non è intervenuta per estendere ai propri Enti locali quanto già previsto a livello nazionale. In poche parole, ancora una volta l’Autonomia è stata utilizzata come uno scudo per mantenere i privilegi.
Adesso qualcosa inizia a muoversi: ma i tempi, sembrano molto lunghi.
(Per leggere l’inchiesta completa abbonati qui o acquista il giornale in edicola)