Termini Imerese, avanti con giudizio

PALERMO – Calendarizzazione rispettata. Rientreranno entro aprile 30 tute blu nell’ex stabilimento della Fiat di Termini Imerese. Lo ha confermato Blutec nel corso di un vertice con i sindacati, mantenendo il primo punto del calendario che era stato presentato il mese scorso al ministero dello Sviluppo economico in occasione della verifica dello stato di avanzamento del piano di reindustrializzazione e rioccupazione dei lavoratori ex Fiat.
L’azienda, così come riportato dalla stampa palermitana, ha inoltre fatto il punto sui prossimi investimenti. Sono già stati compiuti acquisti per 22,5 milioni di euro ed entro l’anno l’investimento previsto ammonterà a 25 milioni di euro. Si farà anche il centro di ricerca e sviluppo che vedrà il coinvolgimento di imprese, scuola e università. 
I punti dell’accordo erano stati fissati alla fine dello scorso mese dai vertici della newco del gruppo Metec/Stola a Roma nella sede del Mise. Entro il 2017 rientreranno complessivamente 350 lavoratori. Ai 90 lavoratori già presenti nello stabilimento per la costruzione dei contenitori delle batterie e altri sono addetti alla ricerca e progettazione, si aggregheranno i 30 confermati nei giorni scorsi per la prototipazione. Il prossimo passaggio tra qualche mese. “Altri 130 rientreranno ad agosto – si legge in una nota della Fiom-Cgil – e si occuperanno, oltre ad altre attività, della trasformazione di Doblò e scooter con motori endotermici in motori elettrici”.
Gli ultimi 100 saranno rioccupati nel mese di dicembre nell’area lighting. Per il 2018, invece, è previsto il reintegro di altre 300 unità, quando si dovrebbe avviare il lancio della seconda vettura. In questo modo si dovrebbe chiudere il cerchio sulle 700 tute blu rimaste sospese in seguito alla chiusura dello stabilimento Fiat del 24 novembre 2011. Nell’ultimo incontro ministeriale è stato anche illustrato il piano industriale dell’azienda che sarà orientato sulla mobilità sostenibile, in particolar modo sull’allestimento di vetture elettriche, mentre potrebbe essere ridimensionata l’altra parte del piano che riguarda la produzione di componentistica.
Restano ancora diversi punti da chiarire. In primo luogo ci sono le questioni legata all’indotto e agli investimenti. Nell’ultimo appuntamento romano, il ministero dello Sviluppo economico si è detto pronto a convocare un tavolo istituzionale per approfondire le opportunità che derivano dall’inserimento di Termini Imerese nell’elenco delle aree di crisi complessa. Si tratta, riportiamo dal sito del Mise, di “aree che riguardano specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale”.
In particolare il ministero cura “l’attuazione delle politiche e programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree e dei settori colpiti dalla crisi mediante la stipula di appositi Accordi di Programma di adozione dei Prri – Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale”.
Questi ultimi promuovono, anche tramite il cofinanziamento regionale, gli investimenti produttivi e le risorse dedicate sono a valere sulla legge 181/89. In Sicilia ce ne sono due – c’è anche l’area di Gela con i sll (sistemi locali del lavoro) di Gela, Mazzarino, Vittoria, Caltagirone, Riesi, Caltanissetta e Piazza Armerina – e l’accordo di programma per Termini è stato sottoscritto nel luglio del 2015.